L'aereo di linea che il
capitano Sully (Hanks), coadiuvato dal secondo Jeff Skiles (Aaron
Eckhart), decide rapidamente di fare atterrare sul fiume Hudson, in
piena New York, poteva essere protagonista di un'altra tragedia
statunitense con protagonista un velivolo, come viene fatto notare a
un certo punto al protagonista; il ricordo dall'attacco alle Twin
Towers, al cuore (anche) di una città, è ancora vivo – e come
vedremo non è superfluo rilevarlo – . Per far fronte a un problema
sorto appena dopo il decollo ed evitare uno schianto in città, Sully
prende una decisione rapida che assicura la salvezza di tutti i
presenti a bordo. Ma dopo l'impresa, per quanto considerato un eroe
dalla gente, Sully e Skiles devono subire un'inchiesta da parte del
National Transportation Safety Board: i dati che l'ente raccoglie non
collimano con quanto raccontano i protagonisti, e risulta che Sully
poteva agire in un altro modo, atterrando all'aeroporto LaGuardia,
perché non l'ha fatto?
Basato sul libro scritto
dal pilota protagonista della vicenda realmente accaduta, Sully
prosegue una linea eastwoodiana,
non continua, di lavori incentrati su una figura maschile realmente
esistita (il penultimo suo film era il grande successo American
Sniper).
Scritto e diretto con la
sicurezza e quella misura che non esclude affatto la commozione, la
spettacolarità (almeno in questo caso e classicamente intesa) e una
retorica comunque tenuta sorvegliata, non va a inserirsi tra il
meglio del regista, né tra i suoi film più stimolanti. Non siamo, e
pazienza, al livello di quei film che segnarono negli anni 2000 una
rinascita artistica, di stima critica e di pubblico come Mystic
River e Million Dollar
Baby; ma nonostante pare che
tutta la critica non la veda così, per chi scrive siamo anche
palesemente ben lontani dalla problematicità di un J.
Edgar.
Certo il materiale e i
temi, messi sul piatto in modo piuttosto chiaro ed esplicito, sono
definibili come eastwoodiani. L'individuo (comunque amatissimo dalla
gente, in questo caso) e la comunità, che in questo caso è
“l'establishment” e che pure, viene riconosciuto, fa
semplicemente il suo lavoro; il valore massimo dato all'esperienza
vissuta, da chi c'era e da chi di esperienza ne ha alle spalle,
contro il dato tecnico che a confronto non è una cosa seria (il che,
se si vuole, è anche bollabile come reazionario, ma sia detto en
passant, che Clint lo si conosce e non importa certo puntargli un
dito contro).
L'esperienza contestata a
Sully tocca sottoporla a verifica, e per farlo bisogna ripeterla,
riviverla in qualche modo, o almeno avvicinarsi a farlo: attraverso
le simulazioni proposte all'udienza, che risultano lievemente goffe e
al limite del “for dummies” prendendo l'intero 2.39:1 del film,
anche se funzionali al suo discorso, poi “sul serio”. E sul serio
significa rivedere l'accaduto una seconda volta (nella finzione, per
il tramite dellaudio dell'incidente). Entrambe le volte, in versione
estesa e ridotta, la messa in scena dell'evento al cuore del film
inchioda alla poltrona, e questo è il minimo che si deve
riconoscergli.
Hanks offre una
performance quasi toccante, misuratissimo e minimale. Ma la
fondamentale sicurezza del suo personaggio, che nonostante la vicenda
rischi di levargli il sonno attende fiducioso che le cose vadano come
devono andare, non aiuta a fare assumere un peso drammatico al film
tale da renderlo realmente memorabile e scosso da particolari onde di
chiaroscuri più che lineare, nonostante il peso magno dei flashback.
E a fine film (e si intende proprio alla fine: non tanto nella
sequenza all'udienza ma nelle immagini sui titoli di coda), dopo la
vittoria del fattore umano (eastwoodiana anch'essa, come già ben sappiamo), le anime del film che effettuano il sorpasso sono quelle
dell'omaggio al protagonista, a una città e ai suoi valorosi uomini,
e a un paese, come un caloroso riabbraccio sotto la bandiera
americana.
Questo, certo, non
impedisce al film di essere, oltre che emotivamente efficace,
godibile anche per noi: la “solita” forza del cinema Usa solido.
Che in un certo senso basta, anche senza essere convinti che Sully
sia bellissimo o ideologicamente
da far innamorare.
Alessio Vacchi
Il trailer: https://www.youtube.com/watch?v=8-r8soVu1D8
Il trailer: https://www.youtube.com/watch?v=8-r8soVu1D8