domenica 9 dicembre 2018

Festival ed eventi vari. 36 TORINO FILM FESTIVAL. WILDLIFE


Usa 2018.

Montana, 1960. Joe, adolescente, vive con padre (Jake Gyllenhaal) e madre (Carey Mulligan). Quando lui perde un umile lavoro presso un club golfistico, dopo un periodo in cui si chiude in sé sceglie di unirsi a chi va verso le foreste per la rischiosa mansione di badare agli incendi in corso. Lei non approva, e una volta partito il consorte, compie manovre per un camiamento personale da una vita di casalinga che sta stretta: rinnovata in modi e vestiario, gira intorno a un uomo più anziano e danaroso. E Joe sta a guardare questi cambiamenti nel debole equilibrio familiare.
Esordio alla regia dell'attore Paul Dano, che lo scrive con Zoe Kazan a partire da un romanzo di Richard Ford, il film ha vinto questa edizione del festival. Meritatamente. Facendo praticamente a meno della colonna sonora (Jóhannsson è accreditato per una composizione), Dano opta per una regia accurata e di pittorica fermezza per come mette le figure umane dentro il quadro, e come le tiene, perché gli attori si muovono poco in scena. Complice la tavolozza cromatica della fotografia, l'effetto complessivo è un look vagamente retrò; ma se il film è ambientato nel passato, non stiamo però parlando di un'ingessata ricostruzione d'epoca. Se dice qualcosa dell'America, lo dice nella tensione della protagonista femminile in quegli anni lì verso una vita più libera - col rischio consapevole di compiere una scelta sbagliata lasciando da parte i sentimenti - e la ricerca di una felicità non chiusa in una classica casetta: di contesto in scena ce n'è poco.
Wildlife è soprattutto la storia di una crisi genitoriale attraverso il punto di vista di Joe: che vero protagonista non è, ma è l'osservatore sempre perplesso e preoccupato di questa vicenda che lo riguarda e che subisce, colui con il quale ci si identifica. Con lui condividiamo il disagio di vedere una persona amata cambiare in una direzione che la porta fuori dall'orbita nota e familiare (in entrambi i sensi), di osservare cose cui non vorrebbe assistere. In tal senso è molto buona tutta la sequenza della cena “galante” e di quel che segue. Anche se, pur trattato come un adulto, fino quasi alla fine emette però soltanto risposte o domande banali, timide, raramente tentando di opporsi a quanto succede. E anche se è interpretato come un bamboccio, sempre a bocca leggermente aperta.
La mano è marcatamente trattenuta, ma partecipe; se non si conoscesse l'origine letteraria se ne sospetterebbe un'ispirazione autobiografica (Dano in ogni caso è classe 1984). Al momento, non è prevista un'uscita italiana.
A.V.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=OoJpVQTY_t4

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