Usa 2011.
Nella sezione “Onde” si è visto questo documentario-road movie asciugato che segue vita, spostamenti e performance del cantautore David Williams, qualche volta accompagnato dalla incantevole Jeremi Hanson. Williams sistema gli strumenti, si fa il caffé, programma e prova a casa, ronfa, guida, si esibisce nei locali, cammina in cornici naturali. Quest'ultimo aspetto starebbe a significare il legame della musica Usa col paesaggio, secondo alcuni, ma certe pose “artistiche” che Williams assume fra le rocce sembrano ricercare occasionalmente la bella immagine.
Ci sono i silenzi, ci sono le sue canzoni e poche parole oltre a quelle dei loro testi: l'artista dice di sè attraverso quel che fa e quel che canta. A Cahoon non interessa assolutamente cercare di illustrare le canzoni del suo musicista, ma, afferma, il film è il tentativo di comprendere l'uomo, la sua musica e l'effetto che gli fa. E la musica di Williams, voce e chitarra, è buona, “vera”, toccante, malinconica. Bene così, perché bisogna ammettere che fosse stata mediocre, la noia avrebbe fatto più che capolino.
Sicuramente la visione più rilassante del festival (pure troppo, per alcuni che hanno abbandonato la sala). Cahoon spesso punta la mdp su gesti e oggetti invece che sul volto dell'artista e nelle performances nei locali fa pochi controcampi sul pubblico. Lascia perplessi il fatto che nell'ultima parte, volontariamente?, il tutto diventi un po' più tradizionale: lui e lei sul palco che cantano, in primo piano, poi in campo lungo all'interno di una stanza.
A.V.
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