Non si tratta di snobismo ma ci sono cose “normali per un bambino” che non ho mai amato nemmeno da bambino; i fumetti di Topolino, la maggioranza dei film animati di Walt Disney e i film natalizi. Dopo un paio di decine di visioni di Mary Poppins il mio cervello ha imposto uno stop. Probabilmente a tutto c’è una spiegazione; d’altronde -a memoria- i primi film che ricordo di avere visto in sala sono The Day After (!!!) e il Fantasia di Disney, appunto (gradito, soprattutto La notte sul Monte Calvo per via dell’estetica funebre), mentre sbirciavo dal di dentro della mamma l’Esorcista che (lei) si godeva mentre era in attesa del sottoscritto. Per questo pochi sono i ricordi legati a film natalizi o concernenti il Natale. Maggiori aneddoti, anche interessanti, troverebbero posto in un contesto relativo alla Pasqua. Ma questa è un’alta storia.
L’ultimo natale cinematograficamente rilevante quindi è stato quello appena passato (2007). Ero malato, influenza a 40 gradi fissa. Durata fino al capodanno abbondante. Ho così passato un bel periodo, caldo, nel letto, febbricitante. Mentre il popolo festeggiava e si ingozzava io bevevo tè e aspirina (e grappa a dirla tutta, ma questa non andrebbe divulgata). La concentrazione bassa, troppo bassa per un film intero. Quindi? Una serie TV. Cosa? Madan Senki Ryukendo, ottimo esponente del tokusatsu moderno non maturo. Da una parte parenti mangianti, nel mio universo personale (super)eroi in armatura fasciati di luci colorate combattevano contro mostri più o meno giganti in tutte di gomma. Da un lato si gonfiavano stomaci e fegati di cibi e spumanti, nel mio bunker si ingigantivano i poteri, le armature, i veicoli, raggiungendo capacità sempre più stupefacenti per i miei occhi stanchi e indolenziti. L’ultima puntata a capodanno; quando il mondo stappava lo champagne nel mio mondo i tre Madan Warriors sconfiggevano finalmente l’appena risvegliato super demone DaiMaOh Grenghost, che desiderava come al solito la conquista funesta e il dominio dell’universo. Anche del mio.
Michele Senesi (Asian Feast)
L’ultimo natale cinematograficamente rilevante quindi è stato quello appena passato (2007). Ero malato, influenza a 40 gradi fissa. Durata fino al capodanno abbondante. Ho così passato un bel periodo, caldo, nel letto, febbricitante. Mentre il popolo festeggiava e si ingozzava io bevevo tè e aspirina (e grappa a dirla tutta, ma questa non andrebbe divulgata). La concentrazione bassa, troppo bassa per un film intero. Quindi? Una serie TV. Cosa? Madan Senki Ryukendo, ottimo esponente del tokusatsu moderno non maturo. Da una parte parenti mangianti, nel mio universo personale (super)eroi in armatura fasciati di luci colorate combattevano contro mostri più o meno giganti in tutte di gomma. Da un lato si gonfiavano stomaci e fegati di cibi e spumanti, nel mio bunker si ingigantivano i poteri, le armature, i veicoli, raggiungendo capacità sempre più stupefacenti per i miei occhi stanchi e indolenziti. L’ultima puntata a capodanno; quando il mondo stappava lo champagne nel mio mondo i tre Madan Warriors sconfiggevano finalmente l’appena risvegliato super demone DaiMaOh Grenghost, che desiderava come al solito la conquista funesta e il dominio dell’universo. Anche del mio.
Michele Senesi (Asian Feast)
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