domenica 27 ottobre 2013

Incompresi. Comici allo sbaraglio. SILENZIO SI NASCE

Italia 1996. Di Giovanni Veronesi.

Attenzione: “film di interesse culturale nazionale”. Due gemelli eterozigoti, definiti sui titoli di testa “il forte” uno (Castellitto) e “il piccolo” l'altro (Rossi), nella pancia della madre litigano, si avvicinano, cercano di capire il mondo che li aspetta fuori e quello in cui sono confinati: la vita appare loro come una faccenda confusa e poco allettante, tanto che ipotizzano una resistenza al “controllo” dei genitori e non vorrebbero neppure nascere.
Dopo titoli di testa che scorrono su della sabbia che smotta e che ribolle, il film epicizza la venuta all'esistenza (ragionando in un ottica pro-life, sottinteso) dei due, che emergono dal di sotto in quello che è scenografato come una sorta di pianeta sconosciuto, con pareti placentose, aperture da cui proviene luce di diversi colori, montagnole di sabbia; emerge prima il Forte, poi l'altro, che il primo non vorrebbe affatto fra i piedi e col suo essere parecchio incazzato fa sì che la prima parte del film abbia pochissimo humour. Attraverso una parete-schermo, il Piccolo vede immagini del mondo esterno: l'assassinio di Kennedy, finti spot di linee telefoniche, Carlo Conti, ma anche brani di film (Cotton Club e l'episodio Che cosa sono le nuvole?), da cui prende spunto per brevi monologhi in cui interpreta e spiega le cose à la Paolo Rossi, ciclo della vita compreso. L'altro contatto con l'esterno è immaginato: ipotetici flashforwards ambientati su una spiaggia, che ospita un'abitazione (senza pretese di realismo), in cui i due litigano per, praticamente, incesteggiare con la madre, mentre in un'altra sequenza si immaginano assediati, armi in pugno a lottare per la volontà di non nascere.
La madre è una Filippa Lagerback (doppiata) allora nota per essere la bionda della pubblicità Peroni, di cui un brano è tra le visioni del Piccolo nella pancia. Tra i due infatti nascono dubbi di natura sessuale, compreso il loro genere di appartenenza, che culminano in un lungo bacio (sic). Non manca anche un amplesso tra i genitori vissuto da dentro in modo preoccupato, con un cappellone-missilone che il Forte tenta di spingere indietro (ri-sic). Il tutto è narrato in flashback, con la voce off di Castellitto mentre i due, in procinto di nascere, sono nudi – come saranno per tutto il film – , lucidi e incapsulati in palle trasparenti. La fotografia nel pianeta-pancia, in cui il blu predomina, è scura, come i corpi dei due nascituri, chiazzati di luce, che si portano appresso un lungo cordone ombelicale. La sensazione che questi danno è un po' sgradevole e probabilmente non ha contribuito all'appeal del film presso il grande pubblico: si tratta infatti di un flop (nonostante il passaggio dei protagonisti a Sanremo, che Giusti ricorda) anche se meno sonoro di come si potrebbe pensare, dato che superò il miliardo. I due, comunque, non giocano a fare i bambini e assomigliano piuttosto, solo per il dato visivo-corporeo, a due uomini primitivi. Ci sono anche degli interventi in voice over dei genitori che comunicano fra loro: la voce del padre suona familiare, e infatti è quella di Leonardo Pieraccioni, mentre la madre è Margaret Mazzantini, moglie di Castellitto. Sono partecipazioni non rilevate dalle schede Wikipedia e Imdb dei due.
Il film si prende abbastanza sul serio, ponendosi come riflessione, dai toni melanconici, sul nascere e sulla vita. Ma, sebbene Rossi e Castellitto non compongano una coppia comica rivelazione, forse avrebbe fatto meglio a prenderla più bassa. Non ci sarà scatologia, ma il risultato è pesantino e sembra un gioco tirato per le lunghe, in cui è perfettamente comprensibile stufarsi di questi due che giocano ai (quasi) bambini-adulti. Resta una bizzarria italiana che, a rivedere oggi, stupisce sia stata prodotta dalla Filmauro, ma è pur vero che la casa all'epoca dava luce non soltanto a incassi sicuri al botteghino (L'odore della notte è di due anni dopo). L'uscita fu preannunciata da un teaser trailer non reperibile sul tubo.
A.V.

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