domenica 27 ottobre 2013

Incompresi. Comici allo sbaraglio. FURTO DI SERA BEL COLPO SI SPERA

Italia 1973. Su dvd IIF/Rai Cinema.

Quinto, che a inizio film vediamo cercare di rubare macchine parcheggiate mentre parla da solo, non sa stare lontano dal furto. Raduna perciò alcuni riottosi compari – lo strafalcioneggiante Armando, il meccanico Marcello dalla moglie incinta e sempre incazzata (Costanza Spada, moglie di Franco nella vita), Euforia, bizzarro personaggio, un gitano, doppiato da Ferruccio Amendola, dall'apparenza mortuaria (la quale ovviamente dà origine a diverse gag) e dalla parlata italo-romanesco-anglo-spagnola – per un colpo apparentemente grosso: si tratta di sottrarre un quadro di valore dall'abitazione di un benestante (un bravo Giuffré, che ha una manciata di sequenze), il quale sarà sedotto e distratto da una prostituta, che Quinto vuole credere brava ragazza. La banda, però, è a tal punto scalcagnata da finire con l'essere poco convinta di ciò che fa, quasi al punto di mollare e poi fallire in modo grossolano il colpo. Che viene effettuato, ma segue un colpo di scena: diciamo che non tutti hanno agito in modo “onesto”, i soldi non prendono il giro previsto, ma non per questo la furbizia di chi ha creduto di cambiare vita arricchendosi pagherà, perché qualcun'altro sarà stato più furbo ancora.
Quadri, colpi ladreschi e colpi di scena: magari a qualche pazzo verrà in mente In Trance leggendo queste righe, ma qui c'è Pippo Franco, a capo di una manciata di poco capaci “soliti ignoti” non proprio destinati al successo, come protagonista. Che non perde mai l'occasione per una battuta, per una osservazione atta a suscitare la risata, rendendo la pellicola costellata di umorismo. L'impressione, per quanto riguarda l'attore (che, ricordiamolo, l'anno prima era comparso in un cameo in un film di Billy Wilder, particina solitamente citata dai critici per rimpiangere il suo potenziale che sarebbe andato dissipato in tutte le altre sue produzioni), non è quella di un film recitato con la mano sinistra, ma di un'occasione in cui potesse sfoderare tutte le sue doti di attore comico e battutista. Poi certo, il risultato non è più che vedibile e inevitabilmente (?) qualche volta si ride, molte altre si abbozza un sorriso per uscite un po' facili, troppo marcate o da spirito di patata, provenienti a cadenza regolare da parte del suo personaggio di estroverso consapevolmente sfortunato, che le prende più volte. E la parte ambientata in casa del commendatore (Umberto d'Orsi) si fa chiassosa. Tuttavia, a ripercorrere la filmografia di Laurenti, facile che questo sia uno dei suoi film più dignitosi (non si arrabbino i fans delle commedie sexy) e meglio scritti (da lui, Franco e i soliti Mercuri e Milizia). La volgarità è irrilevante, marcando in ciò una distanza dal cinema del Bagaglino che di lì a pochi anni sarebbe arrivato. Le buone musiche sono di Pippo Franco, che in apertura e chiusura propone anche un brano cantato, Furto di sera.
Da citare infine le esibizioni dei vari immancabili marchi 70s, che non mancano affatto, anzi in ospedale si serve acqua Pejo e in un altro momento una bottiglia di J&B è ben alzata a favore di camera.
A.V.

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