Su dvd Quantum Leap (GB).
Sapere chi è Massimiliano "Max" Cerchi non è probabilmente motivo di vanto, nonostante la rarità del pugno di filmetti straight-to-video da lui realizzati a cavallo tra la seconda metà degli anni '90 ed i primi giorni del nuovo millennio. Chi scrive scoprì la sua esistenza nel 2001 tramite uno speciale di Rai Sat dedicato al cinema di "serie B" (parole loro, non mie) che vantava interviste a gente come Lloyd Kaufman, Brian Yuzna e Andreas Schnaas: ma ora basta parlare di me. Napoletano verace, qualunque cosa questo significhi, Mr. Cerchi ha dato il via alla propria carriera di regista e produttore dopo essere immigrato negli USA e aver fondato la propria casa di produzione, la Rounds Entertainment ("Rounds" vorrebbe significare "Cerchi" nelle sue intenzioni): tutto questo, però, non prima di essersi appropriato della paternità di "Plankton" del povero Alvaro "Al" Passeri che, da quel giorno in poi, sarà sempre considerato come uno pseudonimo del diabolico Massimiliano (a questo punto potrebbero nascere battutacce sui napoletani e la loro propensione al furto, ma sorvoliamo). Carnage Road è la quarta opera della Rounds dopo i precedenti Satan Claus, Hellinger e Kendall Ransom: Bounty Hunter, realizzata nel 2000 nel deserto del Nevada dopo il trasferimento di Cerchi da New York a Las Vegas: trattasi nient'altro che di un becero slasher, fortemente debitore di Non aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi e qualche spruzzata dei vari Venerdì 13 tanto per gradire. I protagonisti dovrebbero essere un pugno di studenti di fotografia impegnati ad esercitarsi (e cazzeggiare) nelle lande desertiche, ignari che la zona sia il territorio di caccia di QuiltFace, un leggendario maniaco omicida armato di machete e con un patchwork di pelle umana a celargli il viso.
La trama sentita e risentita è forse l'ultimo dei problemi per questo filmino dilettantesco girato in digitale (ad occhio e croce, con una Sony VX1000 ogni tanto dotata di un pessimo convertitore grandangolare); anzi, diciamo pure che ce n'è per tutti e non si sa nemmeno da dove cominciare: attori da recita scolastica, suono pessimo, effetti speciali che non sono speciali nè di effetto, montaggio pedestre, immagini inguardabili, musiche che sembrano suonerie da cellulare e, last but not least, una regia colma di lacune, del tutto incapace di costruire anche la più banale delle sequenze (non è un caso che molte scene siano realizzate con poco più di un'unica, traballante ripresa in continuità). I lettori di Fangoria Magazine (storica rivista horror a stelle e strisce) riconosceranno la maschera del "mostro" come una delle tante che, ai tempi, si potevano comprare per corrispondenza per cinquanta dollari o meno. Dopo essere incappato in una serie di beghe legali e finanziarie, Cerchi ha fatto armi e bagagli e si è trasferito dapprima in Thailandia e poi in Brasile dove realizza video porno a tema transessuale: come si dice, chi l'ha dura, la vince.
E.R.
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