domenica 20 aprile 2008
Io c'ero. Festival ed eventi vari. DA SODOMA A HOLLYWOOD 23. FUNERAL PARADE OF ROSES
Giappone 1969. Di Toshio Matsumoto. Con Peter. Su dvd Eureka! (regione 2).
Che cosa scrivere di Funeral parade of roses? O se ne fa un'analisi seria, o si rischia la banalità. Perchè di fronte a film come questo, oggetti sperimentali e spiazzanti, che sembrano farsi beffa della "norma" di fare cinema, si rischia di essere impreparati a renderne conto ed esprimere un reale giudizio non mi pare facile. Col film si entra in sintonia molto lentamente, lo si comprende meglio man mano -con i suoi flashforward che si chiariscono come tali- e dopo la visione. Un ragazzo travestito, Eddie, che si esibisce in un locale, ha una relazione col padrone, che però ha anche a che fare con un'altra drag queen. Rivalità tra le due, ma fosse tutto lì: il protagonista ha delle visioni violente, si profila un incesto e scorrerà (di nuovo) sangue. Vita queer, realtà e finzione (Peter era davvero un travestito dell'ambiente queer giapponese, e Matsumoto monta nel film i suoi provini in cui gli chiede esplicitamente quanto di lui c'è nel personaggio), metacinema (“E’ underground!” dicono gli amici riuniti in una visione collettiva, “E’ il tuo primo film?” viene chiesto ad Eddie/Peter), frasi su schermo, scene d'amore dolci, violenza molto truce smorzata da un'ironia devastante –ed è qui che si trovano le cose più immediatamente apprezzabili del film, comprese le sequenze di movimenti velocizzati accompagnati da musica classica accelerata che Kubrick ha ripreso-. Piuttosto frammentato e visivamente pieno di idee, è uno di quei film che realmente merita una visione ulteriore. Difficile non boccheggiare -si prenda la sequenza della festa, ma è per isolare un caso-, ma da vedere. Alessio Vacchi
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