
domenica 12 dicembre 2010
Memorabilia. LA TRISTEZZA E LA BELLEZZA

domenica 5 dicembre 2010
Io c'ero. Festival ed eventi vari. 28 TORINO FILM FESTIVAL, 26/11-4/12/2010. KABOOM

Io c'ero. Festival ed eventi vari. 28 TORINO FILM FESTIVAL. 127 HOURS

Io c'ero. Festival ed eventi vari. 28 TORINO FILM FESTIVAL. CODICE D'AMORE ORIENTALE
domenica 14 novembre 2010
The freak show. THE HOUSE OF THE DEVIL

domenica 7 novembre 2010
Io c'ero. Festival ed eventi vari. ToHorror Film Fest 2010, Torino, 20-23/10. OCCHI

Ritorno di Bianchini all’horror, dopo Radice quadrata di tre e Custodes bestiae. L’elemento perturbante di questa sua nuova fatica cinematografica è rappresentato dal tempo: qualcosa che è legato a tragici eventi del passato è pronto a fare irruzione nel presente per portare con sé orrore e morte, in una cornice che mescola arte figurativa ed esoterismo. Il plot guarda principalmente ai gotici nostrani di una volta: al centro di tutto un pittore convocato presso una sinistra dimora per il restauro di alcuni affreschi, fra funesti presagi e visioni notturne da incubo. Non mancano ovviamente gli affettuosi omaggi al genere e una certa ironia (la figura del custode della villa, testimone di strani fenomeni che non viene creduto poiché la sua mente è minata dalla follia); e fra i modelli ispiratori della sceneggiatura possiamo senz’altro annoverare M. R. James per la capacità sottile di evocare presenze spettrali e impalpabili e H. P. Lovecraft per le atmosfere putride e malsane. Fantasmi, allucinazioni, rumori notturni; e il protagonista che scivola sempre di più nella pazzia, mentre le barriere del tempo vengono infrante. Una terribile malattia che mina il corpo e la psiche avrà ragione di lui, com’era già avvenuto per i precedenti ospiti della villa; e naturalmente non può non tornare in mente quel classico letterario che è La maschera della morte rossa di E. A. Poe. Anche stavolta la pestilenza ha origini probabilmente naturali ma diventa strumento di un’imperscrutabile volontà superiore, sorta di flagello biblico destinato ad affrettare l’avvento dell’Apocalisse. Malattia del fisico e dell’anima, marciume interiore da cui nessuno è immune che affiora esternamente sotto forma di infezione; estinzione della materia e della speranza. Abilissimo nel costruire plot efficaci coi pochi mezzi a sua disposizione, Bianchini confeziona una ghost story inquietante e lontana dagli effettacci, il cui punto debole risiede forse in uno svolgimento un po’ statico anche se, dati gli intenti, contribuisce comunque a creare l’atmosfera giusta.
Corrado Artale
Focus on. Steven Seagal: PROGRAMMATO PER UCCIDERE

Programmato per uccidere è ricco di momenti esaltanti: l’intrusione dei cattivoni in casa della sorella del poliziotto, l’irruzione nel covo dei trafficanti, lo scontro all’arma bianca con Screwface, i combattimenti con gli spacciatori che finiscono immancabilmente con ossa sonoramente spezzate e la fuga dalla villa di proprietà dei narcos, vero tripudio di proiettili e di corpi dilaniati. Ma il momento migliore è il prologo, ambientato in un bordello messicano che odora di corpi e sudore. Seagal si appresta a effettuare uno scambio di droga sotto copertura, ma viene scoperto. Le parole lasciano il posto ai fucili a pompa e non c’è pietà per nessuno, rimane solo istinto di sopravvivenza. I fatiscenti corridoi del lupanare diventano un letale tunnel dell’orrore, da cui è possibile uscire solo grazie ai proiettili. Un incipit perfetto che anticipa le qualità altamente adrenaliniche del film. La regia di Dwight H. Little è sorprendentemente accurata, in grado di esaltare i momenti action e di costruire una forte tensione nelle scene thriller. Il background horror dell’autore (aveva diretto Halloween 4 e Il fantasma dell’opera con Robert Englund) viene fuori nei toni dark e semihorror dati dal mondo della magia nera e si esplicita nella scena in cui sono contrapposti a distanza una santera e il malefico Screwface.
Memorabilia. TEMPO DI GUERRA TEMPO D'AMORE
domenica 31 ottobre 2010
Incompresi. IL CIELO E' SEMPRE PIU' BLU

A domanda rispondo. BO SVENSON

Con I giorni roventi del poliziotto Buford, Punto di rottura e Rapina... mittente sconosciuto diventi definitivamente un protagonista del cinema action. Che ricordo hai di questi film? Mi sono divertito a girarli, ma rivedendoli ora, a distanza di anni, non li considero tra i miei favoriti.
Il tuo primo film italiano è stato Il figlio dello sceicco di Bruno Corbucci. Come sei stato contattato per la prima volta dai produttori italiani? Il mio arrivo in Italia è stato possibile grazie a Helen e Robbie Little, due amici che lavoravano spesso in coproduzioni con l’Italia. Mi hanno segnalato alla produzione e sono stato preso.
Che differenze c’erano tra l’Italia e gli Stati Uniti? Lavorare in Italia è molto più divertente. I rapporti con la troupe erano molto buoni e il lavoro diventava spesso divertimento.
Parlaci di Tomas Milian, protagonista del film… Tomas era una persona piacevolissima. Mi avevano parlato di lui come un uomo molto scontroso ma conoscendolo ho scoperto una brava persona. Inoltre Tomas è un ottimo attore, anche in questi ruoli più leggeri...
Che ricordi hai di Bruno Corrucci? Bruno era un brav’uomo, sempre sorridente e cordiale. Inoltre era anche un bravo regista, dotato di talento e di grande ironia.
In Ritratto di un killer hai lavorato con Jack Palance… Con Jack ho sempre avuto un buon rapporto. Mi sono trovato molto bene a lavorare con lui in questo thriller.
Quel maledetto treno blindato è uno dei tuoi film più celebri. Che ricordi hai di questo film? All’epoca non avrei mai creduto che sarebbe diventato un simile cult. Se avessi saputo che il film avrebbe avuto così tanto successo avrei preparato con più serietà il mio personaggio e avrei bevuto meno vino durante le riprese…
Parlaci di Enzo G. Castellari. Che rapporto hai avuto con questo maestro del cinema di genere? Enzo è una persona fantastica, siamo rimasti molto amici. Ed è anche un grande regista, uno dei migliori con cui io abbia mai lavorato, dotato di un grande talento per le scene d’azione.
Aveva un notevole senso del ritmo… Sì, Enzo ha fatto un ottimo lavoro. Ricordo che costruiva con grande cura tutte le scene d’azione, anche le più complesse. Lo considero un vero specialista del cinema d’azione.
E cosa ci racconti di Fred Williamson, tuo partner nel film? Non abbiamo legato molto. Devo dire che il nostro rapporto non è mai stato buono.
Che ricordi hai di Donald Pleasance, con cui hai lavorato in Le 7 città d’oro e Double Target? Era una persona molto educata e riservata. Ricordo che preparava i suoi ruoli in modo molto scrupoloso, definendo anche i minimi dettagli. Donald era un vero professionista, ma lo ricordo anche come un uomo turbato, molto spesso triste e insicuro di sé e della sua vita.
Parlaci della tua esperienza in Thunder e Thunder 2 e del regista e produttore Fabrizio De Angelis… Fabrizio era soprattutto un imprenditore molto intelligente, oltre ad essere una persona molto interessante. Come regista riusciva a dare un buon livello ai suoi film e come produttore si dimostrava sempre molto abile, con un’ottima conoscenza del mercato internazionale.
Che tipo era Mark Gregory, il protagonista del film? Mark Gregory era un bravo ragazzo, molto timido.
Hai anche preso parte a La sporca insegna del coraggio, war movie di Tonino Valerii… Che esperienza paradossale! Sembrava di essere al circo! Sul set regnava una totale confusione e le riprese venivano interrotte per giorni interi. È stata una lavorazione lunga e difficile. Mi sentivo profondamente a disagio per il povero Tonino, che doveva fronteggiare tantissime difficoltà e terribili circostanze.
Raccontaci qualcosa di Tides of War, film di guerra di Nello Rossati… Nello era un buon regista, dotato e umile, ma anche questo film era un circo. I produttori erano molto invadenti e volevano sempre comandare prevaricando il regista. Troppi capi e troppe opinioni differenti hanno rovinato l’atmosfera sul set.
Che cosa ti ricordi di Double Action e del regista Bruno Mattei? Bruno ha fatto un buon lavoro. Aveva un budget molto ridotto, pochi soldi a disposizione e abbiamo dovuto girare in condizioni difficili. Considerando i pochi mezzi, Mattei ha realizzato un buon film, divertente e con molto ritmo.
In che posti hai girato tutti questi film di guerra ambientati durante la guerra del Vietnam? Erano film girati in luoghi esotici simili al Vietnam. In particolare il film di Mattei è stato girato nelle Filippine e gli altri film nella Repubblica Dominicana.
Con Maniac Killer affronti un genere nuovo nella tua carriera, l’horror. Questo film tra l’altro era una curiosa produzione targata Eurociné, società francese specializzata in film a basso budget per il mercato dell’homevideo… Sì esatto. Ricordo che era una produzione un po’ improvvisata. C’era un'atmosfera troppo rilassata e anche l’impegno generale era scarso…
Quentin Tarantino è un grande fan dei tuoi film, in particolare quelli di produzione italiana. Infatti ti ha riservato un ruolo in Kill Bill e in Bastardi senza gloria. Come valuti questa riscoperta dei tuoi film? Io sono molto grato a Quentin. Lui è uno dei più grandi talenti del cinema contemporaneo e uno dei più grandi registi viventi. Ma è soprattutto una favolosa persona, un ragazzo pieno di entusiasmo e di intelligenza. Inoltre è anche un grande conoscitore di cinema e il fatto che apprezzi cosi tanto il mio lavoro è un motivo di grande onore. Così come vedere quanti fans in tutto il mondo considerino queste pellicole dei veri capolavori di culto.
Un'ultima domanda. Nel 2009 hai recitato in Icarus, l’ultimo film di e con Dolph Lundgren. Come ti sei trovato a lavorare con lui? Molto bene. Dolph è un professionista molto preparato: come attore ha grande carisma e come regista ha un grande talento.
Intervista realizzata da Edoardo Favaron, ottobre 2010. Immagine: cover del dvd regione 1 della serie tv Walking Tall aka Uno sceriffo contro tutti.
Memorabilia. LA CITTA' DEI MOSTRI e IL MARCHIO DI DRACULA


domenica 24 ottobre 2010
Incompresi. Comici allo sbaraglio. BLEK GIEK

Incompresi. DENTRO LA CITTA'

Dentro la città è girato con uno stile quasi documentaristico, lontano dalla piattezza televisiva tipica delle tante fiction su carabinieri, finanzieri e simili. La steadycam si muove frenetica, attaccata ai corpi e ai volti dei protagonisti, la fotografia di Daniele Massaccesi (figlio di Aristide) illumina con discrezione il paesaggio e gli scorci romani e la colonna sonora concorre ad aumentare il ritmo di un montaggio frenetico e funzionale a rendere credibili agli eventi narrati. Non mancano inseguimenti, appostamenti e scontri a fuoco. Tra questi è notevole la sequenza di irruzione nel covo di una banda di spacciatori: qui Costantini riesce a creare una forte tensione, creando un’atmosfera thriller argentiana carica di suspense, terminando la sequenza con uno scontro a fuoco brutale e ben coreografato. Anche gli interpreti sono credibili e ben calati nei rispettivi ruoli. Giorgio Colangeli è il commissario capo Chessari, poliziotto della vecchia scuola, duro e arrivista, ma stanco di essere vincolato nelle proprie decisioni da superiori troppo lontani dalla realtà della strada. Barba sfatta, viso sciupato dal poco sonno e dalle troppe responsabilità, Colangeli si rivela perfetto in questo ruolo introspettivo. Luca Ward si conferma una delle facce più cinematografiche del panorama italiano, con un viso perfetto per i personaggi che richiedono una preponderante fisicità. Il suo poliziotto è la pecora nera del gruppo, cocainomane e testa calda, sempre in cerca della rissa e di guai. Un epigono moderno del Monnezza (nello stile trucido e coatto) e di Luc Merenda (nel dinamismo con cui affronta le situazioni d’azione). Convincente, Ward è un ottimo contraltare al giovane e pulito Edoardo Leo, qui al suo primo ruolo da protagonista. Anche Rolando Ravello, attore ingiustamente sottostimato (memorabile la sua performance da serial killer in Almost Blue di Infascelli), conferma le sue qualità e riesce a dare spessore e credibilità a un personaggio altrimenti troppo stereotipato. Dentro la città porta una ventata di freschezza nell’arido panorama cinematografico italiano e riesce, nonostante i limiti di budget e la ridottissima distribuzione, a intrattenere rivaleggiando con tanti prodotti medi hollywoodiani. Peccato la ridottissima distribuzione, ma ci auguriamo quindi che possa aprire la strada (insieme a opere di genere come Sbirri, Il solitario...) a un nuovo trend produttivo, mirato a un entertainment intelligente e di qualità. Il cinema di italiano genere non è morto. Forse.
Memorabilia. 11.12.1980

domenica 17 ottobre 2010
The book runner. LA PICCOLA CINETECA DEGLI ORRORI

domenica 10 ottobre 2010
Focus on. Steven Seagal: DURO DA UCCIDERE

domenica 3 ottobre 2010
Focus on. Steven Seagal: NICO

Memorabilia. HEIDI TORNA TRA I MONTI

domenica 26 settembre 2010
Focus on. Chuck Norris: THE CUTTER

Focus on. Chuck Norris: BELLS OF INNOCENCE

domenica 19 settembre 2010
Focus on. Chuck Norris: L'ULTIMO GUERRIERO

Focus on. Chuck Norris: IL CANE E IL POLIZIOTTO

The freak show. AMITYVILLE DOLLHOUSE

domenica 12 settembre 2010
Focus on. Chuck Norris: HELLBOUND

Edoardo Favaron