domenica 12 settembre 2010

Focus on. Chuck Norris: HELLBOUND


Usa 1994. Su dvd Stormovie.

Dopo aver decimato cinesi, vietnamiti, russi, terroristi palestinesi e narcos sudamericani, Chuck Norris si trova orfano di antiamericani da sterminare e così decide che è finalmente arrivato il momento di affrontare nientemeno che… un emissario di Satana! Hellbound-All'inferno e ritorno è un film tanto bizzarro da diventare trash e cult. L’improbabile trama, che vede un poliziotto americano affrontare un demone fino in Palestina per salvare l’intera umanità, ne è la prima conferma. L’intreccio è un coraggioso frullato di Indiana Jones, L’esorcista e dei numerosi thriller millenaristici prodotti a inizio anni ’90. Norris cerca di rilanciare una carriera ormai alla deriva, tentando di allargare il proprio target di aficionados agli amanti dei film horror, ma l’effetto è opposto. Pochi spettatori e carriera ancora più in discesa libera: il film viene distribuito solo in vhs (almeno in Usa) e risulta essere una delle opere meno note dell’attore. La dose minima di sparatorie, calci rotanti e inseguimenti anche in questo caso è assicurata, ma non basta a elevare la qualità di quest’opera che non riesce a beneficiare neanche dell’ambientazione esotica (Gerusalemme). E’ però interessante notare come il film anticipi alcuni elementi dell’imminente Walker Texas Ranger: la coprotagonista femminile è Sheree J. Wilson, futura compagna del ranger più famoso di Dallas e per la prima volta l’attore ha un partner di colore (Calvin Levels, attore dal backgorund teatrale mai esploso sul grande o piccolo schermo), contraltare ironico e dissacrante, peraltro anche fisicamente simile al ranger Trivette. Ed è proprio con questo Trivette ante litteram che si aprono dei siparietti da buddy movie che intervallano le scene thriller, frantumando ulteriormente il ritmo già blando e monotono. Norris è granitico e serioso come suo solito ma, in questo contesto simil fantasy, si dimostra eccessivamente rigido e impacciato.
Il regista Aaron Norris, fratello della star, non riesce a dare vigore alle rare coreografie marziali e non dà ampiezza al respiro della messa in scena, conferendo all’intero film un aspetto televisivo simile a un episodio della serie Relic Hunter. Inoltre sono evidenti i limiti di budget, impietosamente mostrati negli scarni effetti speciali e nel prologo ambientato durante le crociate, in cui le poche comparse sono agghindate con costumi degni di una recita scolastica. Anche l’aspetto del demone è esilarante, nonostante il volto e lo sguardo di Christopher Neame risultino naturalmente inquietanti. In questo quadro di globale desolazione qualitativa, bisogna evidenziare un elemento riscontrabile solo a posteriori, che riesce però a limitare la negatività della visione: l’effetto nostalgia, per cui anche un film involontariamente demenziale come Hellbound può essere visto fino alla fine senza spegnere il videoregistratore. Proprio in questa ottica di recupero, Hellbound si rivela un film da guardare con un sorriso smaliziato, apprezzando la sincerità con cui è stata realizzata un'opera come questa che fa dell’intrattenimento, per quanto improbabile, la sua unica ragion d’essere.
Edoardo Favaron

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