domenica 19 settembre 2010

Focus on. Chuck Norris: L'ULTIMO GUERRIERO


Tit. or.: Forest Warrior. Su dvd 01.

Capelli lunghi e schermigliati, abito in camoscio da nativo americano, stivaletti in pelle con frange ballerine e viso incorniciato da una barba più lunga del solito. Questo è il pittoresco look che Chuck Norris sfoggia in questa favoletta ecologista realizzata dal solito Aaron Norris nel 1996. L’attore interpreta il bizzarro personaggio di John McKenna, incarnazione dell’antico spirito della foresta di Tanglewood. Questa rigogliosa area boschiva è minacciata da avidi speculatori edilizi, che vogliono mettere le mani sulla vasta area verde per edificare e far spazio al grigiore del cemento. La foresta è il luogo preferito di un agguerrito gruppo di ragazzini, autodefinitosi I signori di Tanglewood che, spaventati dall’avanzare delle scavatrici, si appellano al sacro spirito della foresta (Norris in persona). Chuck entra in scena al ralenti, come un’apparizione salvifica di una antica divinità olimpica, peccato che sia una visione desolante e deprimente. È difficile capire come un attore che ha fatto del cinema d’azione la sua vita si riduca a girare una pellicola insulsa come questa, circondato da mocciosi irritanti che scimmiottano I Goonies e Mamma ho perso l’aereo.
L’ultimo guerriero è un seguito ideale alla mielosa atmosfera del precedente Il cane e il poliziotto, ma è ancora più scarso narrativamente e qualitativamente. Il sottotesto ecologista è più stucchevole che nei film di Seagal (in particolare The patriot e Fire Down Below) e l’intento pedagogico sul rispetto ambientale è degno di un giornalino parrocchiale. La regia del fratellino della star è più moscia del solito, il montaggio è degno di un film amatoriale e il doppiaggio italiano concorre alla demolizione della pellicola. Si rimane increduli a vedere questo spirito della foresta che lotta contro dei boscaioli bifolchi, spazzandoli via a suon di calci, pugni e giravolte. Gli scontri a fuoco sono banditi, forse perché diseducativi considerato il target di undicenni a cui il film è rivolto. Gli unici momenti degni di attenzione sono una sequenza di lotta tra Norris e sette boscaioli, in una nube di polvere, tra ralenti e mascelle serrate e il confronto finale, risolto però troppo in fretta con il solito turbinio di calci rotanti. Il film si conclude come una fiaba della buonanotte, al chiarore della luna piena, con Chuck che offre ai ragazzini un pistolotto morale su madre natura, sotto lo “sguardo” imperioso (e impietoso) della montagna e delle alte querce secolari. Non poteva esserci conclusione peggiore. Uno dei pochi motivi di curiosità è rivedere Michael Beck, protagonista de I guerrieri della notte, ormai ridotto a lavorare in operazioni di basso livello come questa.
Talvolta i vecchi guerrieri dovrebbero avere il coraggio di compiere una scelta tanto difficile quanto necessaria: ritirarsi. Questo film dimostra che forse anche per il leggendario Chuck era giunta l’ora di andare in pensione. In Italia il film ha beneficiato di un ampio numero di passaggi su Rai e tv satellitari.
Edoardo Favaron. Immagine da voyagetothebottom100.blogspot.com.

Nessun commento: