domenica 24 ottobre 2010

Incompresi. Comici allo sbaraglio. BLEK GIEK


Su dvd Eagle (fuori catalogo).
Warning: il seguente pezzo contiene anticipazioni sulla trama e sul finale che possono compromettere la visione a chi non conosce il film ed intende vederlo.

Scellone (Biagio Izzo) è un boss della droga, di cui traffica un tipo particolarissimo: il "blek giek", sostanza nera che ha la capacità di rendere chi la assume morto apparente. Bisognoso di un ricambio di valvole cardiache, si affida al suo dottore di fiducia (Greg), ma l'operazione non verrà effettuata: prima il dottore fa fuori il chirurgo designato perchè è il nuovo amante della sua ex fiamma, poi, nel tentativo di uccidere con un complice l'odiato malavitoso, provoca una piccola strage che lascia vivo, ma assai ferito, il solo Scellone. A Gigino (Lillo), che si risveglia finalmente dalla sua morte apparente, Scellone chiede di andare a cercare aiuto, e questi nel suo peregrinaggio si imbatte in Ragno, ragazzo in crisi d'astinenza, amico del boss e smanioso di provare il blek giek al punto da provocare casini che susciteranno l'ira di Walter, padre di famiglia-spacciatore. Ragno, l'amico Albino e Gigino riusciranno infine a spararsi nel naso la bramata droga.
Ambientato nel napoletano, prodotto da Cattleya, Blek giek è una commedia sopra le righe, un po' surreale e abbastanza pulp, dalla breve durata (circa 75'). E' l'unica apparizione su grande schermo, insieme, di Lillo e Greg, al secolo Pasquale Petrolo e Claudio Gregori, comici, musicisti, teatranti, mattatori della trasmissione di Radio 2 610 (Sei uno zero): anche se i due condividono alcune scene, di fatto non interagiscono mai, grazie allo stato di morte apparente del personaggio di Lillo, che si risveglia quando il personaggio del collega ha lasciato le penne. Nel 2001, anno del film, Biagio Izzo è un emergente: è già stato nel cast dei primi due film di Vincenzo Salemme ed interpreta il suo secondo cinepanettone, Merry Christmas, nelle sale gli stessi giorni di Blek giek, anch'esso proposto poco prima di Natale e che ne esce prevedibilmente con le ossa rotte (302mila euro di incasso*). Qualche passaggio tv notturno difficilmente avrà reso noto questo film anche ai fan di Izzo, che qui mostra da subito, anche stando fermo, il suo stile comico spudoratamente estroverso un po' antipatico, ma che tutto sommato è quasi bravino e il fatto che sia un film corale, anche se costellato di morti, aiuta. La violenza pulp fumettistica è concentrata soprattutto nelle sequenze ambientate nello studio medico, dalla grottesca sparatoria (in cui le armi emettono dei suoni strani) in poi, passando per morti che tornano o sembrano tornare, per concludere con la ridicola fine che per disattenzione fa Scellone.
Il film si lascia vedere divertendo moderatamente. Qualche colpo, a riguardo, lo mette a segno soprattutto Lillo, che stordito dalla droga cammina, comunica e si stupisce di ciò che vede e sente in modo attutito, ad una velocità tutta sua. Anche i siparietti-flash in coda sui risultati del blek giek assunto dai pesci dell'oceano e l'apertura con il tossico Albino che risorge al suo funerale chiedendo ai presenti i soldi per la "roba". Si coglie un'ironia sulla presunta bellezza del drogarsi, a vedere questi personaggi che non vedono l'ora di restare in morte apparente per giorni e ne fanno il motore del loro agire, come fosse uno sballo. Enrico Caria - regista tra l'altro di un altro incompreso ideale, Carogne con Alessandro Haber e più recentemente del documentario Vedi Napoli e poi muori - il film se lo è, oltre che diretto, pure scritto e già che c'era, ha sentito anche il bisogno di esprimersi intepretando una canzone in napoletano, sui titoli di coda. Nel ruolo transitorio della ragazza "contesa" nella prima parte, la bella brasiliana Zuleika dos Santos, già vista ne Il barbiere di Rio con Abatantuono.
Alessio Vacchi

* fonte: http://www.cinemotoreonline.net.

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