domenica 7 novembre 2010

Focus on. Steven Seagal: PROGRAMMATO PER UCCIDERE


Tit. or.: Marked for Death. Usa 1990. Su dvd e blu-ray Fox.

C’era un tempo in cui il nostro Steven realizzava pellicole tostissime e pregevoli come Programmato per uccidere, in cui è in grandissima forma, duro e implacabile, una macchina di morte mossa soltanto dall’istinto della vendetta. Il film è un’originale miscela di poliziesco e thriller, con un’ambientazione innovativa e perfettamente funzionale (il mondo della mafia giamaicana), in cui si inseriscono alcuni elementi horror e soprannaturali (il voodoo e la santeria). Seagal è John Hatcher, detective della narcotici con un passato nelle forze speciali, che si trova a fronteggiare il dilagante traffico di stupefacenti gestito dalla rampante malavita africana. Quando gli spacciatori sparano alla sua nipotina, decide di intraprendere una personale e brutale crociata finalizzata alla distruzione del cartello giamaicano, guidato dal sanguinario Screwface. Lo aiutano Max, amico ed ex marine e una antropologa esperta di magia nera. La pellicola è suddivisa in due tronconi: la prima parte si svolge tra le strade di una metropoli statunitense e ha toni tipicamente hard boiled, densa di sparatorie e con una propensione per l’aspetto investigativo. La seconda parte è ambientata nella terra di Bob Marley, con l’eroe intento a estirpare il male alla radice. Anche questo segmento è un turbinio di sparatorie e combattimenti, potenziati da un’atmosfera esotica e al contempo opprimente.
Programmato per uccidere è ricco di momenti esaltanti: l’intrusione dei cattivoni in casa della sorella del poliziotto, l’irruzione nel covo dei trafficanti, lo scontro all’arma bianca con Screwface, i combattimenti con gli spacciatori che finiscono immancabilmente con ossa sonoramente spezzate e la fuga dalla villa di proprietà dei narcos, vero tripudio di proiettili e di corpi dilaniati. Ma il momento migliore è il prologo, ambientato in un bordello messicano che odora di corpi e sudore. Seagal si appresta a effettuare uno scambio di droga sotto copertura, ma viene scoperto. Le parole lasciano il posto ai fucili a pompa e non c’è pietà per nessuno, rimane solo istinto di sopravvivenza. I fatiscenti corridoi del lupanare diventano un letale tunnel dell’orrore, da cui è possibile uscire solo grazie ai proiettili. Un incipit perfetto che anticipa le qualità altamente adrenaliniche del film. La regia di Dwight H. Little è sorprendentemente accurata, in grado di esaltare i momenti action e di costruire una forte tensione nelle scene thriller. Il background horror dell’autore (aveva diretto Halloween 4 e Il fantasma dell’opera con Robert Englund) viene fuori nei toni dark e semihorror dati dal mondo della magia nera e si esplicita nella scena in cui sono contrapposti a distanza una santera e il malefico Screwface.
Da notare anche l’accorto utilizzo del montaggio, che raggiunge picchi degni di Michael Mann, come nella sequenza in cui i nostri eroi costruiscono e preparano le armi da usare nell’attacco alla fortezza nemica, costruita a ritmo della partitura rock composta da James Newton Howard. Un gran bel pezzo di cinema, che esalterà ogni amante dell'action. Seagal è spietato, credibilissimo sia quando impugna la sua Smith & Wesson che quando si esibisce in brutali mosse di aikido e, come suo solito, non smarrisce mai l’innata eleganza nei movimenti marziali. L’attore ancora una volta incarna un eroe "buono", puro nel cuore e portatore dei classici valori morali americani. Il detective John Hatcher è infatti l’incarnazione dei principi conservatori-patriottici tipici dell’era Bush (senior, ovviamente). Gli fa da spalla Keith David, grande caratterista con al suo attivo una sterminata filmografia nel campo del cinema di genere. Completano il cast Joanna Pacula, Tom Wright e Basil Wallace, il cui sguardo raggelante rende al meglio l’enigmaticità e la crudeltà di Screwface. Programmato per uccidere è un’opera di pregio, che gioca intelligentemente con vari generi, regalando un’ora e mezza di ottimo cinema. Da notare che in apertura fa una comparsata Danny Trejo, ex galeotto e volto tra i più veri e vissuti del cinema americano; lui e Seagal si ritroveranno vent’anni più tardi sul set di Machete di Robert Rodriguez, ma la star sarà Trejo e Seagal solo un comprimario di lusso. Impietose ironie del cinema.
Edoardo Favaron

Il trailer

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