Italia 1998. Su dvd Cecchi Gori.
Warning: il seguente pezzo contiene anticipazioni sulla trama e sul finale che possono compromettere la visione a chi non conosce il film ed intende vederlo.
Non è passato un secolo, ma poco più di un decennio da quando Alessandro Benvenuti aveva preso a girare film con una certa costanza e considerazione critica. Un periodo iniziato con Belle al bar del 1994 (già a fianco di Eva Robin's) e conclusosi con questo film. L'attore tornerà alla regia cinematografica solo nel 2003 per Ti spiace se bacio mamma?.
Un gruppo di amici che lavorano nel mondo dello spettacolo riceve da un amico che non vede da anni, Alessio, l'invito a unirsi a lui per il suo compleanno ed essi lo raggiungono in un castello fuori mano. La diffidenza degli amici verso di lui ha un motivo: Alessio aveva scritto una commedia su di loro, I miei più cari amici, ma l'aveva fatta interpretare ad altri. Ma il padrone di casa sta nascondendo loro delle cose e scopre le sue carte man mano. Prima di tutto, vuole far interpretare finalmente a loro la commedia, per saldare i conti. In mezzo a battibecchi, strani eventi causati forse da presenze fantasmatiche e prove sul palco poco serene, il colpo di scena decisivo giunge a circa 2/3: gli ospiti del castello sono ripresi e spiati ad opera di un regista senza scrupoli. Siamo nel 1998, il Grande fratello deve ancora venire e l'operazione viene definita come una grande "candid camera". Alessio si stufa di questa situazione che ha accettato per debiti di gioco, dice finalmente agli amici la verità e insieme pongono fine allo show, recitando di fronte alle telecamere nascoste.
Prodotto da Cecchi Gori come il precedente Ritorno a casa Gori, I miei più cari amici vede un Benvenuti che pare impegnato a consolidarsi, perfezionarsi ed alzare il tiro come autore di commedie saporite e corali. Si pone a capo di un cast mica male: i fidati Athina Cenci e Vito (attore gay debolissimo e ipocondriaco), Eva Robin's (pornostar dalla scarsa autostima, che si sente capace di comunicare con gli uomini solo tramite il sesso), Alessandro Gassman (playboy che però fa cilecca con le due stuzzicanti cameriere), Zuzzurro e Gaspare in una delle loro rarissime sortite su grande schermo (il duo Bric e Brac), Umberto Smaila nei panni del regista laido e sgranocchiante - la cui presenza aumenta l'effetto sorpresa - , in piccoli ruoli Flavio Bucci, Gianmarco Tognazzi, Roberto Ciufoli e Tiziana Foschi della Premiata Ditta, Marco Messeri.
Benvenuti gira sempre a suo modo, la sua regia è marcata e si fa notare per i movimenti di macchina (qua e là superflui, certi dolly...). Sin dall'introduzione dei personaggi procede veloce, ad alto voltaggio, anche disordinato. Sembra volere stringere gli attori e le loro battute in quadretti dal ritmo conciso e simpatici. Un metodo non incompatibile con quello di Pieraccioni, ma Benvenuti è più bravo e non cerca sistematicamente la risata. Come volesse dimostrare di saper fare del cinema: non solo di saper girare, perché si sente la volontà di scrivere, nonostante le battutacce, una sceneggiatura degna di questo nome (Benvenuti la firma insieme al giornalista e scrittore Alberto Ongaro), con battute curate che però, spesso, odorano di copione. Le tematiche si intravvedono abbastanza chiaramente: l'arte che riprende la vita, la vita che diventa arte (o meglio, tv), la confusione fra realtà e finzione-messinscena - certe modalità di Alessio di proporsi agli amici ( i fuochi a cena, il fiammifero acceso al buio), gli amici che si accordano per recitare e lo fanno fino alle estreme conseguenze (simulando un omicidio), all'insaputa dello spettatore-regista diegetico - . Forse Benvenuti ha meno da dire di quanto sembra, ma l'intrattenimento non è stupido e meglio le sue accuratezze che la sciatteria.
Battute non male. Dopo che Alessio ha dichiarato che farà conoscere agli amici l'anziana madre, "Ma non era orfano?", "Da piccolo"; il guardiano degli schermi tv che si distrae uscendo ad osservare la Robin's (che nella vita è un trans, per inciso) che si spoglia e fa il bagno: "Che donna!"; Alessandro Gassman che urla in un litigio: "Io sono un moderato! E voto Pierferdinando Casini perchè mi dà fiducia!...".
Alessio Vacchi
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