Italia 2000. Di Enrico Coletti.
Già verso la fine del 2000, quando Bibo per sempre si avvia ad uscire incassando ben poco, Teocoli lascia trapelare di esserne poco soddisfatto. Anni dopo, senza più remore, dirà riguardo la sua carriera nel cinema: "Ho fatto un film che ha visto solo mia madre e da allora non c’è stato più nulla da fare"*.
Teocoli è Bibo Cedrelli, un attore comico, sposato con figlie, che attraversa un momento di crisi esistenzial-lavorativa. Come non si sentisse realizzato, apprezzato, come non sapesse bene chi è e cosa voglia fare. Complice la conoscenza del ruvido senza tetto interpretato nientepopodimeno che dallo scrittore Luis Sepúlveda e dello strambo personaggio di Marco Della Noce, manda in crisi i rapporti coi dirigenti tv e con la moglie (Anna Galiena), fino a trascorrere una giornata fuori casa da barbone. Al termine, come prevedibile, torna alla dimora familiare e ottiene un ridimensionamento più umano del suo impegno lavorativo nei panni di altri.
E' chiaro il parallelo tra cinema e vita, tra Bibo e l'attore-imitatore Teocoli. "Qual'è il vero volto di Bibo Cedrelli?", si legge su un giornale. Il problema non è l'eventuale banalità della "crisi" del protagonista, ma (tra gli altri) che il film sui problemi del mestiere d'attore dice ben poco e balbettando. Bibo sembra un autodistruttivo che fa cavolate improbabili e poi cerca di essere compatito. Ma i toni dolceamari e le note musicali tenere non impediscono allo spettatore di ritenerlo un po' coglione. All'inizio incuriosisce il vedere la preparazione e la messinscena degli sketch, che si formano sotto i nostri occhi (e che coinvolgono la soubrette rumena Ramona Badescu) e che vanno a ramengo. Ma la cosa non risulta credibile e non funziona. Per esempio, quando Bibo registra una televendita per una bevanda energetica, questa è contenuta in grossi flaconi che paiono di detersivo, la scenografia non è realistica, poi arriva Della Noce truccato-sfigurato e dopo aver bevuto distrugge tutto. I manager giacca-cravattati si arrabbiano, ma se sanno che il lavoro di Cedrelli è creare queste buffonerie, perchè lo chiamano e perchè ogni volta se la prendono? E' un aspetto male impostato, al punto che si arriva a chiedersi che lavoro faccia di preciso.
Comunque, Teocoli ha così modo di prodursi in diversi personaggi: Bill Clinton, Hulk Hogan... Inaspettata, giunge addirittura, in un sogno del protagonista che imita il cinema muto (bianco e nero, segni, didascalie, fotogrammi a minore velocità), l'imitazione dell'Harold Lloyd in bilico di Preferisco l'ascensore. E' una cosa che lascia il tempo che trova, ma i critici seri direbbero che è un sacrilegio. Altrove, è come se Teocoli volesse strizzare l'occhio al pubblico, di provenienza televisiva, proponendogli qualcosa di riconoscibile, come l'infilata di imitazioni che chiude il film -Galliani, Maldini tra gli altri - , o proprio guardando in macchina nelle sue performances: sia nell'imitazione di Celentano fatta a favore di camera** che nel bacio finale con la moglie, lei guarda in camera e sorride, chiamando il sorriso spettatoriale, come dire: "Che simpatico quest'uomo!".
Spesso il film sembra un'infilata di situazioni comiche loffie e purtroppo, al posto delle risate, si ha l'imbarazzo. Il peggio sono le due sequenze consecutive in cui Teocoli prima mostra il sedere - ballando nudo nel tentativo di stuzzicare la moglie - , poi sedere e pacco da dietro i vetri della doccia e la scenetta di Nosfy (Nosferatu), col vampiro che perde la dentiera, una di quelle cose che si visionano guardandosi attorno e sperando che non ci sia nessuno. Si aspettano i momenti in cui è in scena la Galiena per sbirciarne il seno materno, ma non è un buon segno. Va meglio con Della Noce: la sua maschera, con quella voce, è un po' stucchevole ma non è male come freak urbano drogacciato, ad esempio quando alla fine fa irruzione al mercato del pesce per fermare l'invasione del mondo delle sardine (sic): Teocoli è narciso ma il film gli concede i suoi momenti. Cameo di Ale e Franz nella parte di due camerieri di ristorante che litigano di fronte ai clienti. In una gag è protagonista una ronda padana.
A.V.
*http://www.davidemaggio.it/archives/11470/teo-teocoli-va-in-pensione-e-tuona-la-mori-e-celentano-strani-e-un-po-egoisti, **http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/11/Teocoli_mai_piu_amico_Celentano_co_0_0011117237.shtml
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