domenica 11 dicembre 2011

Io c'ero. Festival ed eventi vari. 29 TORINO FILM FESTIVAL, 25/11-3/4/2011. THE RAID


Tit.or.: Serbuan maut. Indonesia 2011.

Una squadra d'assalto deve affrontare un compito delicatissimo: assaltare ed espugnare un palazzo della delinquenza, sede di un potente boss e abitato dai suoi complici e aiutanti. Per i primi piani il blitz sembra filare quasi bene, poi la situazione sfugge di mano perchè viene dato l'allarme e la feccia si scatena contro gli agenti. Piovono morti e il muoversi tra i corridoi e tra i piani sarà un'impresa per i pochi “buoni” sopravvissuti, tra cui l'agente Rama -quel che più si avvicina ad essere un protagonista-, che capiranno come il loro capo li abbia spinti a questa missione suicida per sporchi affari personali.
La premiata ditta composta dal regista (anche sceneggiatore e montatore) irlandese trapiantato in Indonesia Gareth Huw Evans e l'atleta-attore Iko Uwais torna, dopo Merantau, con questo pazzesco film “di menare” basato sull'arte marziale locale Silat, la visione più esplosiva del festival, che con scelta coraggiosa e sorprendente è stato inserito in concorso, rivelandosene non indegno o comunque non meno di altre pellicole meno sopra le righe e di genere. Velocità e violenza danno i brividi, l'ambientazione funziona alla grande, la suspance è persino esasperante (un esempio: la sequenza in cui l'agente, nascosto da un inquilino non delinquente, viene ferito alla guancia ma non deve farsi sentire) e, nota di merito, non ha cali nelle sequenze di dialogo, il che dice di un regista attento e dotato, che si applica a quanto sta narrando e che fa del “cinema”. Ci si sente fessi a pensare che il film pecca per eccesso, trattandosi di un action violentissimo e colmo di mazzate, ma chiariamo: il suo limite è l'essere talmente intenso da fare quasi il giro al punto che qualche volta, durante le mosse inevitabilmente alla lunga ripetitive (perché si inizia sparando, ma poi hanno la meglio le mani nude), ci si ritrova a pensare ai fatti propri per qualche istante.
Truce sì e non privo di accenti seri relativi ai personaggi e a quel po' di storia che c'è, ma anche ludico, come rivela la sequenza in cui lo sgherro più cattivo potrebbe sparare ad un agente ed invece lo invita a lottare con lui, oppure come il lungo combattimento due contro uno, climax del film che alla fine fa applaudire il pubblico, in cui si continua a picchiare anche mezzi morti o con braccia che dovrebbero essere già fuori uso, mentre in colonna sonora si ode una lunga sirena. Un passo avanti rispetto al pur dignitoso Merantau, anche se, leggendo che dovrebbe essere il primo capitolo di una trilogia con lo stesso protagonista, ci si chiede cosa diamine vedremo la prossima volta.
A.V.

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