Tit. or. Lang zai ji. Cina 2009. Di Zhuangzhuang Tian. Con
Lu viene assoldato dal generale Zhang per combattere tra le sue fila, contro le tribù che premono ad ovest della Cina. In mezzo alla violenza, tra i due nasce un rapporto di rispetto ed amicizia. Una volta a capo delle truppe, Lu si trova costretto a rifugiarsi, causa neve, in un villaggio abitato dagli Harran, tribù che vive sottoterra e instaura un rapporto passionale con una donna (Maggie Q) che fa capolino nella sua tenda. C'è una maledizione che grava, in questo posto: chi trasgredisce le regole si muterà in lupo. Nella vita segnata dal mestiere della violenza del protagonista, il sentimento, che sia quello per il suo generale, quello dolce per il suo cane o quello rude per la donna, è comunque una parentesi, e il lupo è l'animale, non a caso temuto, che rappresenta il suo destino.
E' vedendo film come questo in fuori concorso che si ha l'impressione che il festival di Roma proietti, in alcune sezioni, selezionando grossolanamente, a seconda di quel che c'è a disposizione. La gente in sala, già poco numerosa, se ne esce, già durante la prima parte (il che invero è un pò eccessivo, evidentemente anche ai festival ci sono spettatori che non sanno cosa stanno per vedere). "Non è un film da festival" si sente dire: ed è abbastanza vero, non tanto perchè sia un "kolossal", un film "di genere", ma perchè le qualità in The Warrior and the Wolf si cercano col lanternino. Bisogna dare atto al film di non essere banale strutturalmente: ci si mette un pò a orientarsi nella narrazione oscillante continuamente tra presente e passato della prima parte, e sono svariate, forse eccessive, le ellissi affidate a didascalie riassuntive, che dicono del passare del tempo e dei movimenti dell'esercito. Dopo il rapporto tra Lu e il suo generale, quel che interessa al film è soprattutto il rapporto tra Lu e la donna, inizialmente basato solo sul sesso e sulla sottomissione di lei, poi sfociante in legame inevitabile, oltre che nascosto all'esterno, tutto svolgentesi, tra un amplesso e l'altro, al riparo. Ecco: lo spettatore si sorbisce ripetutamente gli accoppiamenti dei due, in scene che fanno sbuffare, in cui non si vede praticamente nulla se non pelli e schiene sudate, il che può essere una scelta produttiva o legata alla disponibilità dell'attrice, ma altrimenti ci sarebbe stata maggior vivezza.
Il cercare di far parlare le immagini, riducendo il dialogo ad un grado basico (il maggior numero di parole è scambiato tra Lu e la donna, e non da subito), non è certo un male in un film che dovrebbe possedere dell'epicità, in cui si combatte. Ma le scene di battaglia sono brevi e girate alla buona, con piani stretti e veloci; l'insieme è opaco, poco interessante, inevitabilmente noioso e alla fine pure inconcludente, perchè l'esca lanciata nelle parole del personaggio di Maggie Q, riguardo la metamorfosi in lupo, non si concretizza in nulla di che, perlomeno nulla di chiaro o di soddisfacente. Si salvano un pò la tempesta di sabbia e la breve lotta coi lupi, troppo digitali, del protagonista. Ma nel complesso The Warrior and the Wolf è mediocre e indisponente.
A.V.
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