domenica 20 aprile 2008

Io c'ero. Festival ed eventi vari. DA SODOMA A HOLLYWOOD 23. MALA NOCHE


Usa 1985. Con Tim Streeter. Su dvd Criterion (regione 1).

Girato con budget ridotto ma reso più apprezzabile da una buona fotografia e da un’assoluta  mancanza di sciattezza stilistica, l'esordio di Gus Van Sant è un buon film che mostra già un regista di pregio; si intravvede per esempio uno sguardo peculiare, attento, verso le presenze umane (i pp sui volti dei messicani, la scena d’amore ripresa con piani stretti e spezzettata).
La voce over del protagonista Walt fa le sue considerazioni, tenta un’analisi di sé stesso e della sua attrazione verso i ragazzi messicani, in modo particolare per uno di nome Johnny che vede spesso insieme ad un amico. E' verso di lui che, quando Johnny sembra sparire, Walt dirotta le sue premure, cercando di colmare la sua ossessione. Intelligentemente Van Sant fa poco per rendere simpatici questi oggetti del desiderio di Walt: emergono in tutto il loro cazzeggio, poche parole –l'inglese non è la loro lingua-, irresponsabilità (le scene al volante) e inaffidabilità, dovuta anche alla precaria situazione con la legge. E’, il loro, un mondo altro, a cui Walt tenta di avvicinarsi fisicamente, ma che è destinato a sfuggirgli. Lo spettatore stesso non riesce a penetrare le loro psicologie. Il commento musicale, poi, suona vagamente ironico nel suo mood “messicano”.
Mala noche è un film dal passo leggero, il che non esclude il dramma, inteso sia come quel che avviene verso la fine, sia per l’amarezza destinata a permanere in Walt a causa della difficoltà di comunicazione e di far proprio l’oggetto del desiderio. Quanto a stile va notato che già qui, come nell'ultimo Paranoid park, Van Sant utilizzi mezzi espressivi diversi, in questo caso girando il tutto in 16mm ed in bianco e nero, ma con inaspettate riprese a colori ad un certo punto del film -proposte nell'universo diegetico proprio come riprese "amatoriali"- e sui titoli di coda.             Alessio Vacchi

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