USA/Francia 2012. Di Franck Khalfoun.
Il
giovane Frank (Elijah Wood: altro che Frodo) è un assassino di
donne: dopo averle tampinate, usa far loro lo scalpo per appiccicarlo
ad alcuni manichini provienenti dal suo negozio, componendo un harem
fittizio e odorante morte che talora immagina composto da persone
vere. Nel suo passato, come prevedibile, una madre indegna,
pippatrice e donna facile. Nella sua vita compare una bella
fotografa, Anna, interessata a usare i suoi manichini (quelli “sani”).
I due iniziano a frequentarsi, mentre lui prova qualcosa per lei, la
sente e vede diversamente dalle altre, non ennesima vittima ma donna
decisiva. Inutile dire che non potrà accadere nulla di idilliaco tra
i due e le cose precipiteranno.
Maniac era un film atteso e temuto dai seguaci del genere, per il suo essere
remake di un cult “underground” del 1980 dallo stesso titolo -e
il cui regista, William Lustig, figura qui tra i produttori- e per la
scelta dell'attore protagonista con la sua faccia e aria un po'
imberbe, ma che supera l'esame con piena sufficienza.
Il
film fa una scelta di messinscena forte e pseudo-rigorosa: il nostro
punto di vista è quello del protagonista, in soggettiva. Una
soggettiva che qualche volta si rompe, per motivi di chiarezza o per
scelte estetiche, di chiusura di sequenze. Ad esempio, l'inquadratura
su Frank dopo l'omicidio della ballerina e più avanti, analogamente,
durante quello della signora, lui che si ripensa insieme ad Anna in
riva al laghetto, lui ragazzino che guarda la madre in vena di
lascività. In questa modalità di regia, l'inquadratura più buffa
arriva quando Frank si sciacqua il viso, gettando dell'acqua in
camera. E' un film abbastanza forte anche grazie al suo essere in
pov, ma non un incubo senza fine per chi guarda. Ciò che fa
respirare di più lo spettatore è infatti la linea narrativa con la
presenza di Anna, l'ipotetica salvatrice dell'assassino a cui
chiaramente è concesso più spazio delle altre donne del film.
D'impatto l'inizio e buona la concitata lotta a casa di Anna. Difetti
(non grossi) che si possono imputare al film sono qualche
sottolineatura di troppo (i già citati flashback dei due, il
manichino di Frank bambino) ed accumuli horror (il tizio che
improbabilmente si rialza dopo una mannaiata, l'incidente).
Conclusione,
in un climax malato, con una sequenza di allucinazione gore. Curata
la scelta dei brani in colonna sonora, anche se ormai si fa prima a
notare un film in cui non lo sia.
A.V.
Il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=BPdzB1oGifw
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