UK 2012. Di Bill Jones, Jeff Simpson, Ben Timlett.
Come
avrebbe voluto essere ricordato Graham Chapman, componente dei Monty
Python scomparso nel 1989? Senza riverenze e senza buon gusto, come
sostenuto alla sua commemorazione funebre, di cui sono mostrate
alcune immagini sui titoli di coda.
Scritto
e diretto da tre registi che hanno coordinato il lavoro di differenti
studi di animazione, è stato una delle visioni più ilari del
festival. La storia “non vera” di Chapman è ispirata alla sua
autobiografia ed è assolutamente non convenzionale e non facile da
riassumere, dato il suo mescolare fantasie ed elementi di realtà in
modo dissacrante, compresi vertiginosi (anche letteralmente: si
prende e si va in cielo) passaggi tra “realtà” e immaginazione
all'interno di questa pseudo realtà. Un elemento isolabile è
l'omosessualità di Chapman, il suo coming out e la relazione
duratura con un uomo. Il suo viaggio personale nella sessualità
prima della presa di coscienza di essere gay è visualizzato come un
viaggio a bordo di una vetturina a forma di genitali maschili su
rotaie.
Il
tutto è raccontato con diversi stili animati, a cominciare dalle
figure bidimensionali con sopra le vere teste dei Monty Python,
proseguendo con pupazzotti 3D, giungendo a una buona sequenza di
incubo (relativa alla disintossicazione dall'alcool) con i tratti che
riempiono le figure che si muovono incessanti. Nel complesso, è un
melange che tiene e i cambi si notano realmente giusto all'inizio.
Premesso
che chi scrive conosce poco i Python, l'impressione è di un film non
rivolto necessariamente ai fans (sebbene si sia riconosciuta almeno
una strizzata d'occhio lampo: un barattolo di carne Spam), ma forse a
chi ha un sense of humour sbrigliato. La disinibizione la fa da
padrona, tra sesso e riferimenti all'eiaculazione. Ed è un'ora e
mezza di montagne russe, in cui la genialità si alterna a passaggi
più a vuoto. Programmaticamente sovraccarico (in modo non così
difforme da certa animazione mainstream), caotico, qualche volta
insulso (le scimmie?) e pesante (la canzoncina finale che fa un
elenco di tutte le malattie più repulsive). Lucidamente è difficile
dirne male, ma è bene riconoscerne i limiti.
Cameron
Diaz dà la voce a Sigmund Freud, protagonista di una parentesi, con
un inglese molto accentato. La voce di Chapman, invece, è stata
elaborata da nastri da lui registrati.
A.V.
Il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=dbW842eMNtI
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