
domenica 31 ottobre 2010
Incompresi. IL CIELO E' SEMPRE PIU' BLU

A domanda rispondo. BO SVENSON

Con I giorni roventi del poliziotto Buford, Punto di rottura e Rapina... mittente sconosciuto diventi definitivamente un protagonista del cinema action. Che ricordo hai di questi film? Mi sono divertito a girarli, ma rivedendoli ora, a distanza di anni, non li considero tra i miei favoriti.
Il tuo primo film italiano è stato Il figlio dello sceicco di Bruno Corbucci. Come sei stato contattato per la prima volta dai produttori italiani? Il mio arrivo in Italia è stato possibile grazie a Helen e Robbie Little, due amici che lavoravano spesso in coproduzioni con l’Italia. Mi hanno segnalato alla produzione e sono stato preso.
Che differenze c’erano tra l’Italia e gli Stati Uniti? Lavorare in Italia è molto più divertente. I rapporti con la troupe erano molto buoni e il lavoro diventava spesso divertimento.
Parlaci di Tomas Milian, protagonista del film… Tomas era una persona piacevolissima. Mi avevano parlato di lui come un uomo molto scontroso ma conoscendolo ho scoperto una brava persona. Inoltre Tomas è un ottimo attore, anche in questi ruoli più leggeri...
Che ricordi hai di Bruno Corrucci? Bruno era un brav’uomo, sempre sorridente e cordiale. Inoltre era anche un bravo regista, dotato di talento e di grande ironia.
In Ritratto di un killer hai lavorato con Jack Palance… Con Jack ho sempre avuto un buon rapporto. Mi sono trovato molto bene a lavorare con lui in questo thriller.
Quel maledetto treno blindato è uno dei tuoi film più celebri. Che ricordi hai di questo film? All’epoca non avrei mai creduto che sarebbe diventato un simile cult. Se avessi saputo che il film avrebbe avuto così tanto successo avrei preparato con più serietà il mio personaggio e avrei bevuto meno vino durante le riprese…
Parlaci di Enzo G. Castellari. Che rapporto hai avuto con questo maestro del cinema di genere? Enzo è una persona fantastica, siamo rimasti molto amici. Ed è anche un grande regista, uno dei migliori con cui io abbia mai lavorato, dotato di un grande talento per le scene d’azione.
Aveva un notevole senso del ritmo… Sì, Enzo ha fatto un ottimo lavoro. Ricordo che costruiva con grande cura tutte le scene d’azione, anche le più complesse. Lo considero un vero specialista del cinema d’azione.
E cosa ci racconti di Fred Williamson, tuo partner nel film? Non abbiamo legato molto. Devo dire che il nostro rapporto non è mai stato buono.
Che ricordi hai di Donald Pleasance, con cui hai lavorato in Le 7 città d’oro e Double Target? Era una persona molto educata e riservata. Ricordo che preparava i suoi ruoli in modo molto scrupoloso, definendo anche i minimi dettagli. Donald era un vero professionista, ma lo ricordo anche come un uomo turbato, molto spesso triste e insicuro di sé e della sua vita.
Parlaci della tua esperienza in Thunder e Thunder 2 e del regista e produttore Fabrizio De Angelis… Fabrizio era soprattutto un imprenditore molto intelligente, oltre ad essere una persona molto interessante. Come regista riusciva a dare un buon livello ai suoi film e come produttore si dimostrava sempre molto abile, con un’ottima conoscenza del mercato internazionale.
Che tipo era Mark Gregory, il protagonista del film? Mark Gregory era un bravo ragazzo, molto timido.
Hai anche preso parte a La sporca insegna del coraggio, war movie di Tonino Valerii… Che esperienza paradossale! Sembrava di essere al circo! Sul set regnava una totale confusione e le riprese venivano interrotte per giorni interi. È stata una lavorazione lunga e difficile. Mi sentivo profondamente a disagio per il povero Tonino, che doveva fronteggiare tantissime difficoltà e terribili circostanze.
Raccontaci qualcosa di Tides of War, film di guerra di Nello Rossati… Nello era un buon regista, dotato e umile, ma anche questo film era un circo. I produttori erano molto invadenti e volevano sempre comandare prevaricando il regista. Troppi capi e troppe opinioni differenti hanno rovinato l’atmosfera sul set.
Che cosa ti ricordi di Double Action e del regista Bruno Mattei? Bruno ha fatto un buon lavoro. Aveva un budget molto ridotto, pochi soldi a disposizione e abbiamo dovuto girare in condizioni difficili. Considerando i pochi mezzi, Mattei ha realizzato un buon film, divertente e con molto ritmo.
In che posti hai girato tutti questi film di guerra ambientati durante la guerra del Vietnam? Erano film girati in luoghi esotici simili al Vietnam. In particolare il film di Mattei è stato girato nelle Filippine e gli altri film nella Repubblica Dominicana.
Con Maniac Killer affronti un genere nuovo nella tua carriera, l’horror. Questo film tra l’altro era una curiosa produzione targata Eurociné, società francese specializzata in film a basso budget per il mercato dell’homevideo… Sì esatto. Ricordo che era una produzione un po’ improvvisata. C’era un'atmosfera troppo rilassata e anche l’impegno generale era scarso…
Quentin Tarantino è un grande fan dei tuoi film, in particolare quelli di produzione italiana. Infatti ti ha riservato un ruolo in Kill Bill e in Bastardi senza gloria. Come valuti questa riscoperta dei tuoi film? Io sono molto grato a Quentin. Lui è uno dei più grandi talenti del cinema contemporaneo e uno dei più grandi registi viventi. Ma è soprattutto una favolosa persona, un ragazzo pieno di entusiasmo e di intelligenza. Inoltre è anche un grande conoscitore di cinema e il fatto che apprezzi cosi tanto il mio lavoro è un motivo di grande onore. Così come vedere quanti fans in tutto il mondo considerino queste pellicole dei veri capolavori di culto.
Un'ultima domanda. Nel 2009 hai recitato in Icarus, l’ultimo film di e con Dolph Lundgren. Come ti sei trovato a lavorare con lui? Molto bene. Dolph è un professionista molto preparato: come attore ha grande carisma e come regista ha un grande talento.
Intervista realizzata da Edoardo Favaron, ottobre 2010. Immagine: cover del dvd regione 1 della serie tv Walking Tall aka Uno sceriffo contro tutti.
Memorabilia. LA CITTA' DEI MOSTRI e IL MARCHIO DI DRACULA


domenica 24 ottobre 2010
Incompresi. Comici allo sbaraglio. BLEK GIEK

Incompresi. DENTRO LA CITTA'

Dentro la città è girato con uno stile quasi documentaristico, lontano dalla piattezza televisiva tipica delle tante fiction su carabinieri, finanzieri e simili. La steadycam si muove frenetica, attaccata ai corpi e ai volti dei protagonisti, la fotografia di Daniele Massaccesi (figlio di Aristide) illumina con discrezione il paesaggio e gli scorci romani e la colonna sonora concorre ad aumentare il ritmo di un montaggio frenetico e funzionale a rendere credibili agli eventi narrati. Non mancano inseguimenti, appostamenti e scontri a fuoco. Tra questi è notevole la sequenza di irruzione nel covo di una banda di spacciatori: qui Costantini riesce a creare una forte tensione, creando un’atmosfera thriller argentiana carica di suspense, terminando la sequenza con uno scontro a fuoco brutale e ben coreografato. Anche gli interpreti sono credibili e ben calati nei rispettivi ruoli. Giorgio Colangeli è il commissario capo Chessari, poliziotto della vecchia scuola, duro e arrivista, ma stanco di essere vincolato nelle proprie decisioni da superiori troppo lontani dalla realtà della strada. Barba sfatta, viso sciupato dal poco sonno e dalle troppe responsabilità, Colangeli si rivela perfetto in questo ruolo introspettivo. Luca Ward si conferma una delle facce più cinematografiche del panorama italiano, con un viso perfetto per i personaggi che richiedono una preponderante fisicità. Il suo poliziotto è la pecora nera del gruppo, cocainomane e testa calda, sempre in cerca della rissa e di guai. Un epigono moderno del Monnezza (nello stile trucido e coatto) e di Luc Merenda (nel dinamismo con cui affronta le situazioni d’azione). Convincente, Ward è un ottimo contraltare al giovane e pulito Edoardo Leo, qui al suo primo ruolo da protagonista. Anche Rolando Ravello, attore ingiustamente sottostimato (memorabile la sua performance da serial killer in Almost Blue di Infascelli), conferma le sue qualità e riesce a dare spessore e credibilità a un personaggio altrimenti troppo stereotipato. Dentro la città porta una ventata di freschezza nell’arido panorama cinematografico italiano e riesce, nonostante i limiti di budget e la ridottissima distribuzione, a intrattenere rivaleggiando con tanti prodotti medi hollywoodiani. Peccato la ridottissima distribuzione, ma ci auguriamo quindi che possa aprire la strada (insieme a opere di genere come Sbirri, Il solitario...) a un nuovo trend produttivo, mirato a un entertainment intelligente e di qualità. Il cinema di italiano genere non è morto. Forse.
Memorabilia. 11.12.1980

domenica 17 ottobre 2010
The book runner. LA PICCOLA CINETECA DEGLI ORRORI

domenica 10 ottobre 2010
Focus on. Steven Seagal: DURO DA UCCIDERE

domenica 3 ottobre 2010
Focus on. Steven Seagal: NICO

Memorabilia. HEIDI TORNA TRA I MONTI
