domenica 7 dicembre 2008

The freak show. SKINNED ALIVE


Usa 1990. Su dvd Tempe (regione 1).

Dopo l’esordio con The Dead Next Door, J.R. Bookwalter, cineasta di Akron, Ohio, decide di mettere in piedi la sua piccola casa di produzione e distribuzione, ispirato dalla brezza di libertà che nei tardi anni ’80 ancora si respirava nel mercato home-video. Così, la neonata Tempe Entertainment, oltre a rappresentare i film diretti in primis dal suo fondatore, sforna periodicamente opere dirette da terzi, tra cui questo Skinned Alive.
L’economico prodotto in 16mm (uno degli ultimi dell’etichetta ad essere girati in pellicola) narra le gesta di una famiglia di tre psicopatici, vale a dire una mamma guercia e paralitica che si fa chiamare CrawlDaddy e i di lei figli (fratello e sorella con un rapporto vagamente incestuoso), che, muovendosi in furgone, uccidono chi capita loro a tiro per poi venderne la pelle lavorata. A causa di un guasto al loro mezzo, il trio di maniaci diviene ospite del meccanico locale, un bietolone talmente idiota che non si accorge nemmeno chi si è messo in casa nonostante la scia di morti che segue. Ma ci penserà il vicino di casa, un poliziotto dal matrimonio in crisi, a fare giustizia.
A dispetto delle simpatiche premesse, l’opera prima (ed ultima) di Jon Killough è lungi dall’essere godibile anche per i più accaniti appassionati. Tralasciando la scadente realizzazione tecnica, talmente scialba da non poter essere salvata dal montaggio del tecnicamente competente Bookwalter (che nel film appare nei panni di uno sventurato testimone di Jehovah), il film è un boccone difficile da mandar giù per via dei suoi molteplici difetti, tra cui il ritmo inesistente, gli attori inetti, le battute patetiche e gli irritanti tentativi di humour nero. L’eccessiva economia dell’operazione (anche per una storia così semplice) spalma poi sul tutto uno spesso strato di squallore. L’unica vera attrattiva per gli horrorofili è la presenza nei panni di Phink (uno dei tre assassini) di Scott Spiegel: inizialmente collaboratore del primo Sam Raimi, poi divenuto regista dello slasher The Intruder (nonché del secondo Dal tramonto all’alba) e recentemente produttore dei due Hostel di Eli Roth. Ma è poca cosa.
Emiliano Ranzani

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