domenica 2 marzo 2008

Focus on. Chuck Norris: L'URLO DI CHEN TERRORIZZA ANCHE L'OCCIDENTE


Tit.eng. Return of the dragon. Hong Kong 1972. Di Bruce Lee. Su dvd Storm.

L’ingresso al cinema di Chuck Norris, escludendo un ruolino non accreditato, avviene sotto il segno di un padrino d’eccezione: Bruce Lee conosceva personalmente l’atleta americano e lo volle in questo film. Quello di Norris è il secondo nome sui titoli di testa, seguito dalla dicitura “7 volte campione mondiale di karatè” (ma non è il solo accompagnato da una qualifica), nonostante l’attore compaia solo nell’ultima mezz’ora del film. Il soggetto è presto detto: Lee giunge a Roma, da Hong Kong, per aiutare alcuni compatrioti nella gestione di un ristorante minacciato da un’organizzazione che vuole il locale e manda spesso dei suoi buzzurri a provocare. La sua abilità nel kung fu si rivela un problema per la banda, tanto che al capo degli scagnozzi (un individuo mellifluo ed effeminato) viene in mente di chiamare dei campioni che possano sistemare il giovane. Meglio, “il campione di tutta l’America”.
Insomma: Chuck è considerato l’unico degno di poter sfidare Bruce Lee. Camicia con una fantasia vistosa, occhiali da sole, situazione pilifera del volto differente da come si proporrà in seguito (v.foto), si affaccia dall’aereo e la mdp zooma sul suo volto. Nella scena successiva, l’attore camminando si avvicina alla camera, fino a raggiungerla ad altezza pacco! Dà una prima dimostrazione della sua abilità picchiandosi con uno degli altri due atleti in lizza per lo scontro con Lee, che ha mostrato scetticismo sulle sue possibilità. Poi si giunge al climax del film: i cui momenti d’azione costituiscono un crescendo, per interesse e durata. Da una lezioncina di Lee ai rompiballe, a una scena un po’ più articolata ed attiva dal punto di vista dei nemici, per culminare nel noto duello “tra oriente ed occidente”, per così dire, all’interno del Colosseo, nello splendore del formato panoramico (un po’ sacrificato nei passaggi tv). Altro che Jumper, la cui produzione si è dichiarata contenta di aver potuto girare all’interno del monumento romano: diamo a Cesare…anzi, a Chuck quel che è di Chuck. Norris lo aspetta, in piedi su un’apertura, col vestito bianco, e gli mostra il pollice verso. Lee non si fa intimidire, lo raggiunge; i due si denudano, l’orientale mostrando ancora i suoi muscoli molto asciutti, Norris invece esibendo un florilegio di peli su petto, ventre ed anche nuca. Si sgranchiscono per conto proprio… La regia cerca, insomma, di creare un clima d’attesa, mentre il montaggio inserisce più volte inquadrature di un gattino lì presente: un suo miagolio sancisce l’inizio del combattimento e più avanti, in mezzo alle zoomate su Lee e Norris ai colpi finali, troviamo movimenti analoghi sull’animaletto!
Norris si impegna e roteando le zampe schiva più volte il rivale, ma alla lunga si indebolisce e non è difficile immaginare chi esca vincitore dall’incontro. Da segnalare Lee che si aggrappa ai peli del petto dell’altro, strappandone un pugno. In definitiva, per Norris l’esordio e la “gita” nel nostro paese si risolvono a metà tra l’onore -di combattere con un’icona- e la sconfitta -la sua sequenza chiave finisce male-. Ma avrà ampiamente modo di rifarsi nel suo cinema successivo…                 Alessio Vacchi

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