domenica 24 febbraio 2008

Incompresi. Comici allo sbaraglio: TOPO GALILEO


Italia 1988. Di Francesco Laudadio.

Topo Galileo è il terzo, ed ultimo, tentativo al cinema di Beppe Grillo. Dopo Cercasi Gesù e Scemo di guerra, film non molto riusciti sebbene diretti da nomi forti quali Luigi Comencini e Dino Risi, il comico ci riprova con una pellicola questa volta scritta da lui, insieme ad un autore noto come Stefano Benni. Le dichiarazioni d’epoca di Grillo che si leggono sul Dizionario dei film italiani stracult di Giusti dicono di una fiducia molto ingenua da parte sua nei confronti dell’uscita in sala di questa “creatura”. Ma già solo leggendo il soggetto, e poi vedendo il film, non si capisce come potesse pensare che questo lavoro dovesse funzionare più degli altri. Infatti il film totalizza un incasso modesto ed il comico abbandonerà il grande schermo; anche Benni, dopo aver scritto e co-diretto poco dopo Musica per vecchi animali, altro flop, lascerà stare il cinema. Esperto derattizzatore dai metodi originali, Galileo viene chiamato da una centrale nucleare, i cui membri si chiamano con numeri, per acchiappare un topo sfuggito al controllo. Ma cade nel plutonio e viene quindi trattato e studiato come una cavia da un ottuso professore (Paolo Bonacelli, lo zio di Johnny Stecchino). Fin quando non fugge con l’aiuto di una bella professoressa (Jerry Hall, bionda modella che è stata poi moglie di Mick Jagger) che gli vuole bene (e lo bacia in una scena un po’ ridicola, col sax in sottofondo). Galileo cerca di far conoscere la sua situazione, mentre i capoccia della centrale, appoggiati dal ministro della difesa, lo braccano. Si avverte la mano di Benni, in una vicenda bizzarra, che diventa di fantapolitica ed ironizza sul potere, attraverso personaggi sopra le righe (almeno, quelli maschili della centrale). Qualcosina va a segno a riguardo, per esempio il party vip in onore dei contaminati nel quale essi irrompono a proporre dolci scaduti (“Signora, gradisce un boero del 1940?” “Vai via, negro!”). L’insieme poi ricorda un po’ il nostro cinema postatomico, in voga pochi anni prima, nel girare attorno a militari-nucleare-contaminazione. Se, quindi, si apprezzano Benni e suoi romanzi come Spiriti il film può risultare simpatico ed un po’ familiare. Altrimenti può risultare indigesto o perlomeno debole, una storia fumettistica sì diversa dal solito ma poco convincente e divertente, nonostante il protagonista si impegni. Tirando le fila del tris di pellicole interpretate da Grillo, risulta evidente che siano film “pensati”, non tentativi frettolosi di buttarlo/buttarsi sullo schermo contando sulla sua popolarità. Ma la sua maschera sparuta, decisamente meno aggressiva rispetto alle apparizioni tv ed all’attuale ruolo di blogger impegnato ed arrabbiato, ha poca presa al cinema. Nel caso specifico, vederlo parlare con i topi ed impegnato in scene “d’azione” può facilmente portare a pensare: “…ma cosa sto guardando?” (più simpatico invece quando, come un eroe sfigato, va a salvare la bella navigando nelle fogne, imbracciando una scopa). Da segnalare nel cast i riconoscibilissimi Claudio Bisio -inserviente ai monitor della centrale- e l’oggi conduttore tv Michele Mirabella -un giornalista-.                          Alessio Vacchi

1 commento:

.:*_*:. ha detto...

Solo in un film Mirabella poteva essere considerato un giornalista...