domenica 1 aprile 2012

The freak show. PLANKTON


Su dvd Stormovie.

Un film ridicolo: diciamolo subito e senza giri di parole. Conosciuto anche come Creature dagli abissi, Plankton (AD 1994) è il brain-child di Alvaro "Al" Passeri, specialista di effetti ottici e meccanici di film come Ator e I guerrieri dell'anno 2072 oltre che una persona sicuramente affezionata ad un certo tipo di cinema: ma nonostante la simpatia (il nostro continua ancora adesso a provare a fare film), il film resta indifendibile. La storia (più un abbozzo di trama) parla di un gruppo di ragazzi che, a bordo di un gommone, si perdono in mare aperto durante una tempesta, solo per imbattersi in uno yacht abbandonato dove venivano condotti strani esperimenti di genetica: nella sconclusionata sequenza d'eventi a seguire, alcuni saranno aggrediti dai mutanti, altri diverranno a loro volta mostri sanguinari.
Molti film del genere sono realizzati in ristrettezza economica, ma Plankton, girato com'è nelle tre stanze di una barca, è ufficialmente al di sotto della soglia di povertà e vedere la vicenda ciurlare nel manico in un paio di metri quadri instilla uno strano mix di sensazioni, nessuna delle quali positiva nemmeno per un film dell'orrore. Gli attori sono corpi animati che ciarlano battute allucinanti, la fotografia è inesistente, il montaggio stopposo e la regia di Passeri lascia quantomeno perplessi, soprattutto a causa degli assurdi inserti di mostruosità ittiche assortite con cui il film è periodicamente intervallato senza soluzione di continuità. "E gli effetti speciali?", direte voi? Beh, diciamo che, mentre a quelli meccanici si può dare una stiracchiatissima sufficienza (il famoso "6 politico"), il grosso degli effetti ottici è da bocciare sonoramente. Per chiudere, un film che forse nemmeno i cultori del trash possono digerire: e ciononostante un certo Massimiliano "Max" Cerchi (che forse o forse no lavorò in questo film in un ruolo non specificato) si appropriò alcuni anni dopo della paternità dell'opera (secondo lui, "Al Passeri" è un suo pseudonimo) per lanciare la propria carriera di cineasta low-budget negli USA. Ma questa, come si dice, è un'altra storia.
E.R.
Immagine da zetamovies.org.

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