sabato 28 aprile 2012
Io c'ero. Festival ed eventi vari. 27 TORINO GLBT FILM FESTIVAL, 19-25/4/2012
domenica 8 aprile 2012
Comunicazioni di servizio. COMING SOON
domenica 1 aprile 2012
The freak show. SHOCKING DARK

Shocking Dark (uscito in Italia come Terminator 2 nel 1990 per gabbare i più ingenui) è un perfetto esemplare di questo fenomeno di ibridazione: la trama è pesantemente ricalcata su quella di Aliens, al punto che intere sequenze, battute comprese, sono importate verbatim dal film di Cameron. Quando poi si tratta di "sorprendere" lo spettatore con un qualche twist, ecco entrare in scena una spia cyborg (elemento invero non estraneo alla saga degli xenomorfi) che rifà il verso a Terminator e per tutto il terzo atto accentra su di sé l'attenzione, relegando in secondo piano i mutanti a buon mercato creati dai fratelli Paolocci (massimi esperti nostrani di effetti speciali caserecci). Ora, detta così la pellicola sembrerebbe il sogno bagnato di qualsiasi teorico piparolo ed intrippato col post-moderno (quelli che osannano roba tipo Scream 3 o Death Proof perché sono film che parlano di film), ma dubito che la maggior parte di questi radical chic da videoteca digerirebbe con piacere la realizzazione ultra-economica o i dialoghi trapana-gengive con cui lo sceneggiatore Claudio Fragasso (altro nome "cult" per certuni) ha infarcito il pastone. Di suo, Mattei probabilmente non guardava i film da clonare o, se lo faceva, non prestava particolarmente attenzione: la sua regia mira al minimo indispensabile, con scene che spesso si riducono a totali statici con conseguente zoom sui primi piani. Minimo sforzo, minimo risultato. Ai più tenaci, consiglio vivamente di recuperarlo in inglese per poter gustare gli strafalcioni degli attori che cercano di sembrare 'meregani.
Emiliano Ranzani
The freak show. ROBOWAR

Immagine da http://mrgablesreality.blogspot.it/2010/09/bad-movie-review-robowar-1988.html
Il trailer http://www.youtube.com/watch?v=onbkXlzzywU
The freak show. CARNAGE ROAD

The freak show. PLANKTON

The freak show. PIECES
The freak show. SLUGS

A molti di voi il nome Shaun Hutson non dirà niente immagino, ma non è un problema: sono qui per questo. Inglese e fiero di esserlo nonostante la cronica misantropia, Hutson è uno scrittore nato professionalmente con truci romanzi di guerra e tuttora attivo nel campo dei thriller, anche se nella sua ormai trentennale carriera il nostro ha operato in vari generi con almeno cinque diversi pseudonimi, uno dei quali è ancora segreto. Tuttavia, è alla narrativa horror, alla quale si dedicò tra gli anni '80 e '90, che il feroce Shaun deve la sua fama, quest'ultima cementata su uno stile diretto ed esplicito (ma più ricercato rispetto a gente come Richard Laymon) che lo ha portato a ricevere appellativi come "lo Shakespeare del Gore". Fanatico cinefilo, il signor Hutson ha diverse volte dichiarato di essere stato ispirato più dal cinema (in particolare da Sam Peckinpah) che non dalla letteratura: è perciò quantomeno ironico che nessuno dei suoi romanzi sia stato ancora adattato per il grande schermo all'infuori del suo debutto nel genere a cui questa rubrica è dedicata (sì, esatto: il musical fetish a sfondo sociale). Slugs - Vortice d'orrore (AD 1988) è un'altra creatura dell'iberico Jean Piquer Sìmon (lo stesso di "Pieces" e del successivo La "cosa" degli abissi), che questa volta gira (parzialmente) sul suolo americano e, forse ispirato dall'aria USA, confeziona un prodotto dal feeling decisamente meno europeo. Il risultato finale è e resta un mediocre b-movie dal quale Hutson stesso ha sempre mantenuto le distanze: "un film di merda" è in genere l'epiteto che preferisce per questo suo scomodo nipote.
La trama è quella del classico eco-vengeance: una nidiata di lumache carnivore, mutate dai rifiuti tossici di una vecchia fabbrica, inizia a cibarsi degli ignari abitanti di una pacifica comunità di provincia. A dispetto dell'opinione di Hutson, Slugs non è così male: ovvio, la premessa è quantomeno ingenua ma la storia fila liscia e con solide iniezioni di splatter che mantengono vivo l'interesse dello spettatore. Simon, da mestierante qual'era, continua con il suo stile televisivo, ma, anche grazie al direttore della fotografia Julio Bragado, il film riesce a camuffarsi piuttosto bene da filmaccio USA. Le feroci lumachine, poi, rappresentate come viscidi piranha di terra, instillano un'onesta dose di ribrezzo ed orrore, specialmente quando si punta sul grande numero. Nonostante il ridicolo di molte scene, i trucchi degli fx-men spagnoli colpiscono nel segno, con lo zenit del gocciolante e del sanguinolento toccato da un povero disgraziato a cui esplode la testa dopo aver inavvertitamente mangiato dell'insalata in cui si erano annidiati i letali gasteropodi del titolo. Il finale ambiguo lascia aperta la possibilità di un sequel mai concretizzatosi, quantomeno al cinema: tre anni prima del film, infatti, Hutson aveva dato alle stampe un secondo episodio intitolato Breeding Ground, ma, visto l'esito di questo primo adattamento, sicuramente fu felice che nessuno ne comprò i diritti.
E.R.
Il trailer http://www.youtube.com/watch?v=JvS3ZXZRSsk