Usa 1986. Di Jack Lee Thompson. Su dvd Storm (in 4:3), Mgm (regione 1).
Il tempio di fuoco, in originale, meno banalmente, Firewalker, è un film mediocre (ma dai?). Ma è anche un film che segna un distacco dai soliti Chuck Norris-movie. Perchè qui, come si evince già dai primi minuti di strambo inseguimento in pieno deserto, il registro è morbido, non serioso, ma ironico e meno per adulti. Si tratta di una modesta pellicola d'avventura, prodotta dalla solita Cannon, che sembra muoversi sulle tracce di Indiana Jones al fine di fornire un prodotto buono per un pubblico di ragazzi dalla bocca buona, per una visione da domenica pomeriggio, come si suol dire. Si tratta anche di un buddy movie: Chuck-Max fa coppia col nero Louis Gossett jr-Leo. I due sono dei veterani giramondo avventurieri che, adescati in un bar da una graziosa ragazza (e la coppia si trasforma così, presto, in trio) in possesso di una mappa, si mettono sulle tracce di un tesoro "Aztec/Mayan/Egyptian/Apache", come riporta Imdb. Sulle loro tracce, un losco indiano. Tra le altre vicende, i tre finiranno in un villaggio capeggiato da un vecchio amico di Max-Chuck Norris, reinventatosi generale capo del luogo, una sorta di paciarotto Kurtz, con le dovute proporzioni. Inoltre c'è un momento di crisi quando, in concomitanza con la nascita di un affetto tra il personaggio di Norris e quello della fanciulla (Chuck attira sempre qualche donzella), il nero pare scomparire. Ma la missione, a bordo di un decorato Maggiolino, deve proseguire!
I due amici si scambiano battute e spiritosaggini, ma si tratta perlopiù di un'ironia loffia, da telefilm, quando non proprio stupida. Anche il cattivone, per quanto si sforzi di incutere timore, è fumettistico e la convenzionalità qua e là stucca (ad esempio, ridicola la pioggia che attacca a scrosciare all'arrivo al tempio). Senza contare che la vicenda non è esattamente qualcosa che rapisca. Però, è semplice ma efficace l'idea di far travestire Chuck (e con lui i compari) in neri abiti clericali, dentro i quali si troverà anche ad impartire un'estrema unzione. Carina anche la scena in cui Max nuota con molta titubanza. L'attore qui ci mette un pò per esplicare le sue abilità marziali, fino a sfogarsi in una scena di rissona in un bar, con gente che vola ovunque; liquiderà, infine, il nemico con un notevole calcione al ralenti. La violenza si mantiene sotto i livelli di guardia, ma non è un pregio. Norris, di suo, non se la cava male a recitare in un registro e un contesto un pò diversi dal suo solito, ma Il tempio di fuoco resta un film solo per fans.
Alessio Vacchi
Il tempio di fuoco, in originale, meno banalmente, Firewalker, è un film mediocre (ma dai?). Ma è anche un film che segna un distacco dai soliti Chuck Norris-movie. Perchè qui, come si evince già dai primi minuti di strambo inseguimento in pieno deserto, il registro è morbido, non serioso, ma ironico e meno per adulti. Si tratta di una modesta pellicola d'avventura, prodotta dalla solita Cannon, che sembra muoversi sulle tracce di Indiana Jones al fine di fornire un prodotto buono per un pubblico di ragazzi dalla bocca buona, per una visione da domenica pomeriggio, come si suol dire. Si tratta anche di un buddy movie: Chuck-Max fa coppia col nero Louis Gossett jr-Leo. I due sono dei veterani giramondo avventurieri che, adescati in un bar da una graziosa ragazza (e la coppia si trasforma così, presto, in trio) in possesso di una mappa, si mettono sulle tracce di un tesoro "Aztec/Mayan/Egyptian/Apache", come riporta Imdb. Sulle loro tracce, un losco indiano. Tra le altre vicende, i tre finiranno in un villaggio capeggiato da un vecchio amico di Max-Chuck Norris, reinventatosi generale capo del luogo, una sorta di paciarotto Kurtz, con le dovute proporzioni. Inoltre c'è un momento di crisi quando, in concomitanza con la nascita di un affetto tra il personaggio di Norris e quello della fanciulla (Chuck attira sempre qualche donzella), il nero pare scomparire. Ma la missione, a bordo di un decorato Maggiolino, deve proseguire!
I due amici si scambiano battute e spiritosaggini, ma si tratta perlopiù di un'ironia loffia, da telefilm, quando non proprio stupida. Anche il cattivone, per quanto si sforzi di incutere timore, è fumettistico e la convenzionalità qua e là stucca (ad esempio, ridicola la pioggia che attacca a scrosciare all'arrivo al tempio). Senza contare che la vicenda non è esattamente qualcosa che rapisca. Però, è semplice ma efficace l'idea di far travestire Chuck (e con lui i compari) in neri abiti clericali, dentro i quali si troverà anche ad impartire un'estrema unzione. Carina anche la scena in cui Max nuota con molta titubanza. L'attore qui ci mette un pò per esplicare le sue abilità marziali, fino a sfogarsi in una scena di rissona in un bar, con gente che vola ovunque; liquiderà, infine, il nemico con un notevole calcione al ralenti. La violenza si mantiene sotto i livelli di guardia, ma non è un pregio. Norris, di suo, non se la cava male a recitare in un registro e un contesto un pò diversi dal suo solito, ma Il tempio di fuoco resta un film solo per fans.
Alessio Vacchi
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