La trama in due parole: uno strambo ragazzotto americano ammazza e smembra la gente per sfamare una sorta di gigantesco e zannuto cancro alieno che gli infesta la casa. "Figo!", direte voi, non è così? Concordo, anche se sono costretto a farvi presente che The Abomination è una pellicola più che indipendente, girata nel casalingo Super8 in anno domini 1986. Autore dell’opera è Bret McCormick, produttore di un altro infausto horror no-budget dal programmatico titolo di Ozone! Attack of the redneck mutants (non confondetelo con Ozone di J.R. Bookwalter) ad opera di Matt Devler.
Se siete già tra i fedelissimi di questa rubrica, a questo punto potreste anche esclamare "Capito, è un'altra scoria home-video del decennio di MC Hammer e The Alvin Show. Reapse, sic est, ma è d’obbligo aggiungere che, in un modo un po’ contorto e malsano se volete, The Abomination è anche dannatamente amabile come un cagnolino storpio: ha tutto il fascino dell’opera indie dai contorni rozzi, realizzata con pochissimi soldi ed una manciata di idee (impossibile dire “tante"), che avrebbe potuto essere molto di più se chi di dovere avesse avuto più grana in tasca. Uno stupendo esemplare di guilty pleasure allo stato brado. Forse sono solo io che sono malato, ma andiamo: come non si può non innamorarsi (per pietà, ovvio, eppure quanti matrimoni sono nati così?) di un film che si apre con un montaggio delle proprie scene più splatter, finale compreso, come in un’edizione Bignami di sé stesso?
Gli effetti speciali non sono nemmeno tutto questo granché (la famelica entità è una gigantesca marionettona di gommapiuma rossa, il sangue fatto con lo sciroppo e via discorrendo), ma concorrono a rendere questo abominio (beh, è questo il titolo, no?) ancora più simpatico. Apprezzare The Abomination equivale ad applicare la famosa regola “so bad is so good”. Provateci ogni tanto, per sperimentare qualcosa di nuovo. Peccato per il ritmo scialbo, la regia spenta e la realizzazione fallace.
Avviso agli interessati: in Italia il film è inedito e pure nei natii Stati Uniti la VHS è un tesoro raro. Chi scrive ha sentito di oscure edizioni francesi e\o tedesche, ma qui lo dico e qui lo nego. Quanto a me, sarebbe meglio iniziare la cura disintossicante.
Emiliano Ranzani
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