Su dvd Stormovie.
Un cargo di esuli cubani al largo delle coste USA viene trucidato da falsi ufficiali della marina americana sotto il comando del cattivissimo Mikhail Rostov (un russo: siamo nel 1985, baby), a cui interessa impadronirsi della cocaina nascosta a bordo della nave. Il perfido villain dalla candida criniera, a cui piace un sacco infilare la pistola nei pantaloni dei nemici per poi sparargli nei maroni, usa perciò la droga per comprare un enorme arsenale destinato al suo esercito di mercenari. L’obbiettivo è quello di distruggere gli Stati Uniti dall’interno, con azioni di guerriglia e sfruttandone le tensioni razziali. Rostov ha però un conto in sospeso con il supersoldato a stelle e strisce Matt Hunter (l’Onnipotente Chuck Norris, che lo perseguita persino negli incubi) e decide di eliminarlo per evitare che interferisca nei suoi piani, nonostante il poveraccio si faccia suoi nelle paludi della Florida, catturando alligatori con l'unica compagnia di un armadillo e di un amico goloso di rospi (!). Ma, nel cercare di ucciderlo a colpi di lanciagranate e mitra, i cattivi fanno un tremendo errore: lo mancano. E come diceva la frase di lancio del contemporaneo Commando: "da qualche parte…in qualche modo…qualcuno pagherà"!
Prodotto dalla Cannon di Golan e Globus e diretto dal solido mestierante Joseph Zito (suoi gli slashers The Prowler, Rosemary’s Killer ed il quarto Venerdi 13), Invasion USA è la quintessenza dell’action movie anni ’80, talmente assurdo da sembrare una parodia degna del McBain di simpsoniana memoria. I vaghi presupposti “politici” della storia vengono velocemente buttati fuori dalla finestra per potersi concentrare sull’azione, in un’esaltazione dell’americanismo che è al contempo spassosa e ripugnante. La vicenda presenta infatti una serie di sequenze propagandistiche da pura antologia, roba che andrebbe studiata nei corsi di storia moderna assieme ai filmati di repertorio su MacCarthy e l’originale L’invasione degli ultracorpi: ad un tratto, Rostov ed uno scagnozzo si ritrovano nel tipico quartiere residenziale americano, tutto vialetti, giardini e villette. Una famiglia sta addobbando in giardino il loro albero di natale: disgustato, il sovietico esclama “Ho sempre odiato questi simboli borghesi!”, quindi imbraccia un bazooka e fa fuoco contro il tannebaun, colpendo anche la bambina che stava cercando di mettervi una stella in cima. Fantastico. L'Invincible Norris fa sfoggio del suo talento sfoggiando una gamma di espressioni che vanno dal “col pistola” a “senza pistola” - dimostrando di essere letale in entrambe le modalità.
Emiliano Ranzani
Un cargo di esuli cubani al largo delle coste USA viene trucidato da falsi ufficiali della marina americana sotto il comando del cattivissimo Mikhail Rostov (un russo: siamo nel 1985, baby), a cui interessa impadronirsi della cocaina nascosta a bordo della nave. Il perfido villain dalla candida criniera, a cui piace un sacco infilare la pistola nei pantaloni dei nemici per poi sparargli nei maroni, usa perciò la droga per comprare un enorme arsenale destinato al suo esercito di mercenari. L’obbiettivo è quello di distruggere gli Stati Uniti dall’interno, con azioni di guerriglia e sfruttandone le tensioni razziali. Rostov ha però un conto in sospeso con il supersoldato a stelle e strisce Matt Hunter (l’Onnipotente Chuck Norris, che lo perseguita persino negli incubi) e decide di eliminarlo per evitare che interferisca nei suoi piani, nonostante il poveraccio si faccia suoi nelle paludi della Florida, catturando alligatori con l'unica compagnia di un armadillo e di un amico goloso di rospi (!). Ma, nel cercare di ucciderlo a colpi di lanciagranate e mitra, i cattivi fanno un tremendo errore: lo mancano. E come diceva la frase di lancio del contemporaneo Commando: "da qualche parte…in qualche modo…qualcuno pagherà"!
Prodotto dalla Cannon di Golan e Globus e diretto dal solido mestierante Joseph Zito (suoi gli slashers The Prowler, Rosemary’s Killer ed il quarto Venerdi 13), Invasion USA è la quintessenza dell’action movie anni ’80, talmente assurdo da sembrare una parodia degna del McBain di simpsoniana memoria. I vaghi presupposti “politici” della storia vengono velocemente buttati fuori dalla finestra per potersi concentrare sull’azione, in un’esaltazione dell’americanismo che è al contempo spassosa e ripugnante. La vicenda presenta infatti una serie di sequenze propagandistiche da pura antologia, roba che andrebbe studiata nei corsi di storia moderna assieme ai filmati di repertorio su MacCarthy e l’originale L’invasione degli ultracorpi: ad un tratto, Rostov ed uno scagnozzo si ritrovano nel tipico quartiere residenziale americano, tutto vialetti, giardini e villette. Una famiglia sta addobbando in giardino il loro albero di natale: disgustato, il sovietico esclama “Ho sempre odiato questi simboli borghesi!”, quindi imbraccia un bazooka e fa fuoco contro il tannebaun, colpendo anche la bambina che stava cercando di mettervi una stella in cima. Fantastico. L'Invincible Norris fa sfoggio del suo talento sfoggiando una gamma di espressioni che vanno dal “col pistola” a “senza pistola” - dimostrando di essere letale in entrambe le modalità.
Emiliano Ranzani
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