domenica 4 maggio 2008
The freak show. UNDERWORLD
Se pensate che in questa rubrica si parli del fumettone di Len Wiseman con Kate Beckinsale, beh, vi sbagliate: Underworld è un’oscura pellicola inglese diretta nel 1985 da George Pavlou ed un’opera decisamente irrilevante, se non fosse che è anche la prima avventura cinematografica, sorvolando i cortometraggi sperimentali, del romanziere e regista Clive Barker (Hellraiser, Cabal, Il Signore delle Illusioni), qui impegnato in qualità di sceneggiatore. La storia tratta della guerra tra una banda di gangsters, impegnati a trattare un nuovo tipo di droga allucinogena, ed un gruppo di mutanti sotterranei resi tali dall’uso prolungato della stessa sostanza. Nel mezzo c’è anche posto per una storia d’amore, alla “Romeo & Giulietta”, con la figlia del boss che si innamora di uno dei nemici del padre.
A partire dalla trama, Underworld è un film anomalo che mescola (male) generi e stili, senza sapere mai chiaramente quale direzione prendere. Prodotto con un’evidente ristrettezza di mezzi, venne girato da Pavlou con mano abbastanza piatta dal punto di vista del dinamismo ma con una fotografia estremamente stilizzata, da video musicale con forti debiti (ammessi dallo stesso regista) soprattutto nei confronti di Inferno di Dario Argento . A sentire Barker, i produttori del film avevano promesso ai loro finanziatori un musical rock (una cosa alla The Rocky Horror Picture Show), nonostante a lui avessero invece chiesto di scrivere un film dell’orrore: da qui il look della pellicola (per certi versi anche interessante, per quanto non abbia la maturità di un Richard Stanley) e le continue modifiche al copione per renderlo meno tenebroso, talmente pesanti da costringere lo scrittore, nonostante l’accredito, a disconoscerne la paternità.
Per il resto, il film è abbastanza noioso e senza nessun particolare pregio, nemmeno per quanto riguarda gli effetti speciali, decisamente mediocri. Non stupisce lo scoprire che Charles Band (il capoccia dell’Empire Pictures) fosse, occultamente, uno dei produttori esecutivi. Da segnalare nel cast la presenza di Sean Chapman, che andrà ad interpretare il perverso Frank Cotton di Hellraiser, e la due volte candidata all’Oscar Miranda Richardson (che chi scrive ricorda con gusto nei panni della Regina Elisabetta nella seconda serie di Blackadder con Rowan Atkinson).
Nonostante il successo praticamente nullo della pellicola, la stessa squadra l’anno successivo metterà in cantiere (sempre con Barker, suo malgrado, alla sceneggiatura) il più riuscito, ma non per questo un capolavoro, Rawhead Rex. Attualmente il film (uscito anche in Italia grazie all’indiscriminato mercanteggio degli anni d’oro dell’home video) è in larga parte fuori-catalogo, salvo per alcuni paesi come la Francia, dove è disponibile in DVD con il titolo alternativo di Transmutations. Un consigliato guilty-pleasure per i veri videomaniaci contropallati. Emiliano Ranzani
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