UK 2013. Di Shane Meadows.
Gli
Stone Roses, band di Manchester esplosa a fine anni '80 e scioltasi per vari problemi a metà anni '90 poco dopo un secondo album,
annunciano ufficialmente una reunion. Meadows, loro fan, segue
conferenza stampa, prove, nuovi concerti, in progressione verso le
date annunciate a Manchester, facendoci intanto ripercorrere un po'
della loro storia.
Non
serve assolutamente essere un fan degli Stone Roses (magari non
essere tipi “O brutalcore o niente” sì) per godersi questo nuovo
film di Meadows, i cui lavori sono sempre presenti al festival da
quando la Martini è vicedirettrice. Tra le visioni più contagiose e
all'altezza delle aspettative di quest'edizione, è un documentario
non convenzionale, diretto da quello che è dichiaratamente un fan e
unisce una passione evidente con il fare del cinema. Meadows si mette
in scena, spiega il suo coinvolgimento nel progetto e ad un certo
momento, nell'incertezza sul futuro di band e documentario, fa il
punto in progress.
Giustamente, mette la musica spesso in primo piano (sebbene il
numero finale dei brani sia limitato) e fino all'ultimo. L'intro
notevole è ripreso nei potenti, sia dal punto di vista musicale che
visivo, ultimi minuti in cui le riprese dell'esecuzione di un brano
del concertone di Heaton Park nella loro città natale, con lunga
parte strumentale finale, sono punteggiate di immagini degli
spettatori, ralenti, fans esaltati, pubblico che entra a porte
aperte. A quel punto, parla la musica, non c'è bisogno di altre parole.
Prima
vediamo, con scelta azzeccata, le prove in studio, tra i segmenti del
film fotografati in un bianco e nero curato. Per la band, che abbiamo
visto dichiarare essersi ritrovata prima di tutto sul piano umano, le
cose sembrano tornare a girare bene, i musicisti sembrano sereni e
pimpanti e il frontman Ian Brown canta con professionale tranquillità
(mentre i fans si esaltano e sudano). Poi, con musica tenue, c'è
l'amarezza del post-concerto di Amsterdam, chiuso male dal batterista
che se ne va e che mette la band in bilico: intelligentemente Meadows
ne approfitta per completare il discorso su problemi e separazione
nei 90s degli Stone Roses. “Nessuno ci ha dato dei calci in culo”,
dicono di loro riguardo quel periodo, definendosi in pratica
ragazzini con troppi soldi: e in un'intervista d'epoca proposta più
indietro danno un'immagine di noncurante baldanza giovanile, mettendo
in difficoltà i giornalisti con risposte monosillabiche e
mostrandosi pieni di sé.
Divertente
e dà perfettamente il senso di cosa possa essere la musica nella
vita di ognuno, la parte dedicata alla distribuzione dei biglietti
per il primo concerto della reunion, a posti limitati, annunciato da
radio e social newtork. C'è un senso positivo di speranza, attesa e
dedizione nella gente che si dichiara alla mdp: chi ha lasciato di
corsa il lavoro e si è messo in coda coi vestiti sporchi, chi dice
di aver raccontato balle al capo. Poi, la delusione di chi non ce
l'ha fatta e l'entusiasmo (“Il miglior concerto della mia vita”,
“Fanculo gli Oasis”) di chi esce dall'evento. “Nella vita le
cose belle qualche volta succedono”, dice un fan. La musica ci
accompagna nella vita e ci fa star bene. E, tenendosi più bassi, ad
un festival fa piacere una visione musicale energetica così.
A.V.
Il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=2oMZkW0RjE4
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