Italia 1992. Su dvd Ripley (dal 19 gennaio).
Warning: il seguente pezzo contiene anticipazioni sulla trama e sul finale che possono compromettere la visione a chi non conosce il film ed intende vederlo.
Prodotto da Claudio Argento, Nero è sicuramente un film abbastanza fuori dai canoni italiani, una black comedy, qualcosa tra l'horror e il grottesco, diretto da quel Giancarlo Soldi responsabile del pessimo Mistero del panino assassino già qui recensito. Soldi collabora col padre di Dylan Dog, Tiziano Sclavi: insieme scrivono il film, mentre Sclavi dà forma al suo romanzo Nero. Nonostante il suo nome, la pellicola distribuita dalla Titanus non entra neppure nei primi cento incassi stagionali. Una traccia della trama: Federico si vede chiedere dalla sua ragazza di andare a recuperare la crema anticellulite nell'appartamento del suo altro uomo. Entrandovi, trova il suo cadavere che cerca di nascondere, finchè non entra in scena un laidissimo investigatore privato che lo ha seguito e lo ricatta. Quando questi esagera, è il caso di farlo fuori, e i cadaveri da trattare per la coppia ora sono due. Mettendosi nei panni dell'investigatore, Federico riceve poi degli ordini di omicidio difficili da eseguire.
E' un film consciamente sopra le righe, a cominciare dai personaggi di primo e secondo piano, con un'atmosfera pesante, oppressiva (il fullscreen con cui Nero circola, contribuisce). Le luci sono calde, in vista, oppure c'è un inquietante buio. La regia di Soldi è presente, virtuosistica, con molti primi piani di Castellitto ma anche soggettive, movimenti a 360 gradi ecc., come a cercare così un'intensità e uno stile... cultizzabile (vedi dopo). Sicuramente rispetto al film precedente c'è un miglioramento e una qualche chiarezza di idee; anche se di sugo non ce n'è molto e a voler calcar la mano si tratta di un cazzeggio consapevole, almeno intrattiene.
Il protagonista è sempre più invischiato in un vortice di omicidi, costretto a ripetere i suoi gesti in un gioco al rilancio fumettistico, anche forzato, in cui non si vede via d'uscita. Alla fine, dal paradosso si giunge al nonsense: il che non aiuta, non che ci si potesse aspettare una quadratura delle cose, dato l'andazzo, ma dato che già "l'elemento che innesca la storia è assolutamente pretestuoso, ma tutti gli snodi della trama sono fondamentalmente privi di interesse. Tutto il plot è semplicemente un grimaldello per esplorare immagini o situazioni surreali..."*, la sensazione è quella di un divertissment macabro fine a sè stesso. Il Morandini scrive: "Spiffera l'antipatia un po' arrogante dell'intellettuale cinefilo che vuol darla a bere al popolo bue". Il Mereghetti: "con un'aria di prodotto pensato a tavolino per essere cult a tutti i costi, che dà sui nervi". In effetti l'etichetta "cult" è facilmente appiccicabile su Nero, ma senza connotazioni qualitative, solo per cinefili che si accontentano del "bizzarro". Venendo alla pars costruens, bisogna dire comunque che un paio di scene da brivido ci sono: l'incubo a occhi aperti di Castellitto alle prese con la mano sbucante dalla valigia e il soprassalto di vita dell'investigatore. E pure il cast c'è: Luis Molteni è straordinario in questo ruolo di sgradevole detective-delinquente, Castellitto, sulle cui spalle il film è in buona parte affidato, è bravo e si impegna, la Caselli è simpatica. In più c'è uno dei rari camei di Hugo Pratt, nel ruolo di un commissario straniero.
Alessio Vacchi
* http://rojking.altervista.org/soldi.htm
E' un film consciamente sopra le righe, a cominciare dai personaggi di primo e secondo piano, con un'atmosfera pesante, oppressiva (il fullscreen con cui Nero circola, contribuisce). Le luci sono calde, in vista, oppure c'è un inquietante buio. La regia di Soldi è presente, virtuosistica, con molti primi piani di Castellitto ma anche soggettive, movimenti a 360 gradi ecc., come a cercare così un'intensità e uno stile... cultizzabile (vedi dopo). Sicuramente rispetto al film precedente c'è un miglioramento e una qualche chiarezza di idee; anche se di sugo non ce n'è molto e a voler calcar la mano si tratta di un cazzeggio consapevole, almeno intrattiene.
Il protagonista è sempre più invischiato in un vortice di omicidi, costretto a ripetere i suoi gesti in un gioco al rilancio fumettistico, anche forzato, in cui non si vede via d'uscita. Alla fine, dal paradosso si giunge al nonsense: il che non aiuta, non che ci si potesse aspettare una quadratura delle cose, dato l'andazzo, ma dato che già "l'elemento che innesca la storia è assolutamente pretestuoso, ma tutti gli snodi della trama sono fondamentalmente privi di interesse. Tutto il plot è semplicemente un grimaldello per esplorare immagini o situazioni surreali..."*, la sensazione è quella di un divertissment macabro fine a sè stesso. Il Morandini scrive: "Spiffera l'antipatia un po' arrogante dell'intellettuale cinefilo che vuol darla a bere al popolo bue". Il Mereghetti: "con un'aria di prodotto pensato a tavolino per essere cult a tutti i costi, che dà sui nervi". In effetti l'etichetta "cult" è facilmente appiccicabile su Nero, ma senza connotazioni qualitative, solo per cinefili che si accontentano del "bizzarro". Venendo alla pars costruens, bisogna dire comunque che un paio di scene da brivido ci sono: l'incubo a occhi aperti di Castellitto alle prese con la mano sbucante dalla valigia e il soprassalto di vita dell'investigatore. E pure il cast c'è: Luis Molteni è straordinario in questo ruolo di sgradevole detective-delinquente, Castellitto, sulle cui spalle il film è in buona parte affidato, è bravo e si impegna, la Caselli è simpatica. In più c'è uno dei rari camei di Hugo Pratt, nel ruolo di un commissario straniero.
Alessio Vacchi
* http://rojking.altervista.org/soldi.htm
3 commenti:
"il mistero del panino assassino " non è un film è solo un titolo. La produzione del film ebbe gravi problemi finamziari e il film fu inaspettatamente bloccato ( alla quarta settimana su sette previste) durante la lavorazione. Esiste solo una versione ridotta e mancante di scene. Anche la colonna audio è incompleta e con un premix provvisorio. Il film non fu terminato e quindi non uscì in sala. Perchè recensirlo? Per quanto riguarda Nero. molti altri registi non concordano con voi.
Prendo atto dei problemi avuti dal "Mistero del panino...", che aiutano a capire come mai sia quel che sia. Ma non è corretto dire sia soltanto un titolo, dato che è lì, tangibile e per quanto sfortunato e faticosissimo da seguire ha un inizio, un vago sviluppo ed una fine. Quindi non mi sembra scorretto recensirlo. Certo la recensione non può che essere negativa, anche se non era mia intenzione infierire con cattiveria sul film.
Posta un commento