Tit. or. Point Blank. Usa 1967. Su dvd Warner (regione 1).
Uscito di galera, Parker si mette sulle tracce dell’ex-moglie e di un complice che lo hanno tradito. Non si fermnerà di fronte a nulla pur di raggiungere il suo obiettivo, inimicandosi perfino l’Organizzazione…
Fra gli anti-eroi partoriti dalla crime-fiction del ventesimo secolo uno dei più longevi e interessanti resta sicuramente Parker, il professionista della rapina. Creato dal giallista Donald Westlake, che firmava i romanzi di questa serie noir con lo pseudonimo Richard Stark, Parker è stato portato più volte sullo schermo. Questo film di John Boorman è tratto dal primo romanzo del ciclo, The Hunter (uscito da noi col titolo Anonima carogne); e aldilà degli indunbbi meriti artisti, è interessante notare come il Parker di Boorman sia “altro” da quello di Westlake. Sulla carta il Parker di The Hunter è incattivito e smanioso di vendetta, un criminale con un codice d’onore ma trasformato in una belva sanguinaria dopo il tradimento subìto dalla moglie e da un complice che ne era diventato l’amante e la detenzione; premessa per quello che sarà il percorso evolutivo nei romanzi successivi, con il nostro (anti)eroe che pian piano andrà acquistando una maggiore freddezza, risaltando per la sua professionalità e capacità non solo di rimuovere gli ostacoli sul proprio cammino ma anche di accettare l’eventualità della sconfitta. Un vero “duro”, insomma; uno che sa di non avere niente da perdere.
Diverso è il Parker voluto da Boorman; Lee Marvin impersona un fuggiasco, un uomo stanco e amareggiato che dopo l’iniziale molla della vendetta realizza poco a poco che il codice d’onore fra ladri cui si è sempre attenuto non esiste più… o forse non è mai esistito. Nel suo ambiente non ci si può fidare di nessuno; e perfino i gangsters dal grilletto facile si rivelano più affidabili dei delinquenti in doppio petto che li manovrano per poi sbarazzarsene quando non servono più. Parker ha imparato sulla propria pelle questa lezione; e non ci sta a trasformarsi in un burattino. Andrà per la sua strada, sentiremo ancora parlare di lui; ha perso moglie, amici, rinunciando perfino al denaro che gli spettava. Ma, proprio come il suo alter ego letterario, non si è rammollito; la sua fuga non è vigliaccheria, è dettata dal puro istinto animale che gli suggerisce di non fidarsi. Sopravvivere è dura, nella giungla d’asfalto; Parker due o tre trucchi per eccellere in quest’arte è ancora in grado di insegnarli.
Corrado Artale
Uscito di galera, Parker si mette sulle tracce dell’ex-moglie e di un complice che lo hanno tradito. Non si fermnerà di fronte a nulla pur di raggiungere il suo obiettivo, inimicandosi perfino l’Organizzazione…
Fra gli anti-eroi partoriti dalla crime-fiction del ventesimo secolo uno dei più longevi e interessanti resta sicuramente Parker, il professionista della rapina. Creato dal giallista Donald Westlake, che firmava i romanzi di questa serie noir con lo pseudonimo Richard Stark, Parker è stato portato più volte sullo schermo. Questo film di John Boorman è tratto dal primo romanzo del ciclo, The Hunter (uscito da noi col titolo Anonima carogne); e aldilà degli indunbbi meriti artisti, è interessante notare come il Parker di Boorman sia “altro” da quello di Westlake. Sulla carta il Parker di The Hunter è incattivito e smanioso di vendetta, un criminale con un codice d’onore ma trasformato in una belva sanguinaria dopo il tradimento subìto dalla moglie e da un complice che ne era diventato l’amante e la detenzione; premessa per quello che sarà il percorso evolutivo nei romanzi successivi, con il nostro (anti)eroe che pian piano andrà acquistando una maggiore freddezza, risaltando per la sua professionalità e capacità non solo di rimuovere gli ostacoli sul proprio cammino ma anche di accettare l’eventualità della sconfitta. Un vero “duro”, insomma; uno che sa di non avere niente da perdere.
Diverso è il Parker voluto da Boorman; Lee Marvin impersona un fuggiasco, un uomo stanco e amareggiato che dopo l’iniziale molla della vendetta realizza poco a poco che il codice d’onore fra ladri cui si è sempre attenuto non esiste più… o forse non è mai esistito. Nel suo ambiente non ci si può fidare di nessuno; e perfino i gangsters dal grilletto facile si rivelano più affidabili dei delinquenti in doppio petto che li manovrano per poi sbarazzarsene quando non servono più. Parker ha imparato sulla propria pelle questa lezione; e non ci sta a trasformarsi in un burattino. Andrà per la sua strada, sentiremo ancora parlare di lui; ha perso moglie, amici, rinunciando perfino al denaro che gli spettava. Ma, proprio come il suo alter ego letterario, non si è rammollito; la sua fuga non è vigliaccheria, è dettata dal puro istinto animale che gli suggerisce di non fidarsi. Sopravvivere è dura, nella giungla d’asfalto; Parker due o tre trucchi per eccellere in quest’arte è ancora in grado di insegnarli.
Corrado Artale
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