Recensire un libro di uno scrittore classico come Flaubert può sembrare presuntuoso o inutile, tantopiù in un contesto come questo blog, in cui la cultura "bassa" ha ampio spazio. Ma il volumetto in questione è una di quelle opere cartacee singolari che fa piacere segnalare. Oltre che sicuramente non tra le sue opere celebri. Il Dizionario dei luoghi comuni è una piccola opera incompiuta, che raccoglie un lavoro che doveva andare a confluire nell'ambizioso romanzo che Flaubert stava preparando prima di morire, Bouvard e Pécuchet, edito da Feltrinelli ed Einaudi. Scritto con Edmond Laporte, questo sciocchezzaio che dovrebbe provare la stupidità umana, raccolta di frasi fatte, di opinioni preconcette, pronte all'uso sugli argomenti più vari, doveva essere il punto d'approdo dell'attività dei due protagonisti del romanzo, copisti che dopo aver sudato sulle dottrine del loro tempo, decidono di limitarsi a copiare questa non-cultura.
La lettura non è sempre agevole: la distanza spaziale, temporale e culturale si fa sentire in un certo numero di voci che, se non si è dotti, richiedono la ricerca di nozioni per essere comprese. Per il resto, si coglie un senso dell'umorismo fulminante che è segno di un ingegno vivo e strappa risate: come scrive J. Rodolfo Wilcock nell'introduzione, si rileva "l'impossibilità materiale, per uno scrittore di valore, di ripetere o trascrivere una cretinata senza aggiungervi la sostanza del proprio valore". Flaubert percepiva evidentemente, con la sensibilità propria degli artisti, la cappa di banalità e risaputezze che stanno sopra le nostre teste. E' persino banale pensare che non sarebbe male un'opera analoga ai giorni nostri. L'autore dell'introduzione sostiene che siano decisamente più riuscite le definizioni scritte da Flaubert rispetto alle altre (segnalate graficamente nel testo), cosa che chi scrive francamente non riscontra. Al Dizionario seguono altri due stralci lasciati da Flaubert, più brevi: l'Album della marchesa e le due paginette del Catalogo delle idee chic, più simile al Dizionario. Ma per concludere, ecco alcune voci dal libro; non sia mai che vi servano per conversare.
"AGENTI DI BORSA Tutti ladri.
BANDIERA (nazionale). Fa battere il cuore solo a vederla.
CAMMELLO Ha due gobbe e il dromedario ne ha una sola. Oppure è il cammello che ha una gobba e il dromedario due (si fa confusione).
DIPLOMA Segno di sapere. Non dimostra niente.
ESTATE Sempre eccezionale (v.inverno).
INVERNO Sempre eccezionale (v.estate).
ITALIANI Tutti traditori. Tutti musicisti.
MEDICINA Farsene beffe quando si sta bene di salute.
NERVOSO Vien detto ogni volta che non si capisce niente di una malattia; la spiegazione soddisfa l'interlocutore.
OPERAIO Sempre onesto, quando non fa sommosse.
POETA Sinonimo di scemo; sognatore.
SELVA Definirla sempre "oscura" e "impenetrabile".
ZANZARA Più pericolosa di qualsiasi belva."
Nella foto, Gustave Flaubert.
Alessio Vacchi
1 commento:
Dovrò procurarmelo!
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