Tit. or.: Missing in Action. Usa 1984. Di Joseph Zito. Su dvd Mgm.
Warning: il seguente pezzo contiene anticipazioni sulla trama e sul finale che possono compromettere la visione a chi non conosce il film ed intende vederlo.
Prodotto dalla Cannon -casa su cui, in questa sede, si ritornerà-, Missing in Action, dal titolo italiano "rinforzato", è un film che sposta il cinema di Chuck Norris verso una direzione più rambizzata (sebbene Rambo 2 sia dell'anno seguente) e per così dire eccessiva, che fa apparire più ingenui i suoi film precedenti. Un uomo (quasi) solo contro decine di altri, con un uso maggiore del più comodo fucile mitragliatore, rispetto al corpo. Inoltre, è una pellicola che affronta quella profonda ferita americana che è la guerra in Vietnam. Ma lo fa in Chuck-style. Recensendo Commando Black Tigers, si era messo in luce un atteggiamento amaro-critico di quel film verso il Vietnam. Passato qualche anno, l'atteggiamento è qui ben più combattivo. Norris-colonnello Braddock è un reduce dal conflitto: il film si apre con lui che ricorda, solo nella sua stanza, l'inferno vietnamita. Ma l'attore non può certo interpretare un reduce qualunque. Il tormento si incanala ben presto in rabbia e voglia di fare, di rivincita: dopo aver sfasciato, con uno scontato calcio, il televisore che trasmette notizie dei soldati dispersi in Vietnam e un cartone animato con un eroico Spiderman, decide di unirsi alla delegazione americana che sta andando nel paese. Solo che Chuck Norris e diplomazia sono due concetti che fanno a pugni.
Infatti, nell'ordine, si rifiuta di stringere la mano al generale vietnamita; crea scandalo all'incontro tra gli stati, in cui lo si accusa; decide di cercarsi le informazioni da solo non fidandosi -a ragione- dei capoccia militari vietnamiti, uscendo dal suo albergo di soppiatto, vestito di nero alla Diabolik, minacciando e poi uccidendo per difesa il generale; fino ad arrivare al finale che ha una nota di sovversività, in cui la verità -Chuck e i soldati trovati- irrompe, letteralmente, a rompere la falsità diplomatica -un generale vietnamita sta appunto dicendo: "Non si hanno notizie di soldati dispersi..."-. Insomma, questi vietnamiti sono un pò delle false carogne, almeno quelli dei piani alti: la povera gente chiede scusa al colonnello di quanto fatto in guerra o lo ringrazia di averla liberata, mentre la classe militare è criminale ed interessata solo a coprire la verità. In un graduato barbuto Chuck riconosce persino un suo aguzzino, che dopo aver riscontrato l'insuccesso di farlo seguire ed uccidere, decide, al solito, che "this is a private matter": combattono brevemente e Chuck può finalmente vendicarsi. L'unica è organizzare da sè una missioncina per liberare qualche compatriota, con l'aiuto di un gozzovigliante vecchio compagno d'armi, a bordo di un aggressivo scafo. E lo sguardo di Braddock quando avvista la boscaglia vietnamita -su cui il film per inciso sta solo nella prima e in quest'ultima parte-, pare quello di un capitano che abbia visto la terra promessa. Qua Rombo di tuono rimane per un pò scontato, per poi farsi più serrato col procedere della toccata e fuga salvatrice.
Oltre a segnalare la presenza di ben due scene di azione in notturna, tra i momenti memorabili del protagonista bisogna rimarcare la scena della contrattazione dello scafo, dove Chuck con la sola espressione dura e una mitragliatrice che si sa scarica riesce ad impaurire l'interlocutore ed ottenere un prezzo di favore, e il suo emergere dall'acqua al rallentatore per smitragliare alcuni bastardoni vietnamiti, che ridono credendo di averlo eliminato. Per le donne in un contesto simile parrebbe non esserci spazio, ma Chuck trova il modo di infilarsi alla velocità della luce nel letto della diplomatica americana, per fornirsi una copertura dall'omicidio del generale appena commesso, concludendo così in modo originale il corteggiamento abbozzato. Un film come questo è come se servisse a reiterare l'esperienza del Vietnam, ma col distacco possibile grazie al cinema, e con la possibilità di tornare sui luoghi stavolta vincendo pienamente, con un eroe a capo del tutto. E quanto al reiterare, ci saranno ben due seguiti. Jean-Claude Van Damme figura tra gli stuntmen.
Alessio Vacchi
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