domenica 4 gennaio 2009

Incompresi. Comici allo sbaraglio: PEGGIO DI COSI' SI MUORE



E' probabile che molti non lo ricordino, ma Maurizio Crozza faceva parte di un ensemble comico: i Broncoviz. Lui, la moglie Carla Signoris, Ugo Dighero, Mauro Pirovano, Marcello Cesena. Nelle storiche trasmissioni Rai Avanzi e Tunnel proponevano le loro graffianti parodie di telegiornali e spot. Facile quindi che il gruppo si cimentasse a suo modo anche col tema cinema. A parte amenità estemporanee quali lo spot dei sofficini Pintus, nel 1995 i Broncoviz danno vita in tv ad una gradevole trasmissione, Hollywood Party, nella quale vengono proposti minifilm parodici, ed esordiscono al cinema con Peggio di così si muore; regista, il "loro" Cesena, oggi noto come il Jean-Claude di Sensualità a corte (e attivo dietro la mdp per Aldo Giovanni e Giacomo, in pubblicità e nell'ultimo film). All'inizio c'è un "classico" scambio di valige che mette nei guai una coppia (Crozza, con tanto di capelli e Signoris): c'è dentro un mucchio di soldi e lei vuole proprio tenerseli per acquistare la casa nuova, ma una coppia di malviventi (Dighero e Pirovano) li trova. Dopo che la donna uccide involontariamente (nella sequenza più pulp e paradossale) uno di questi, gli sposi decidono di partire, accompagnati saltuariamente dal fantasma del defunto ormai pacificato, e rifugiarsi in mezzo alla natura, dal fratello scrittore di lei (Cesena). Ma l'altro malvivente li tampina; ed oltre a lui, un arcigno ispettore.
Sono svariati i riferimenti alla settima arte del film, a cui comunque va dato atto di non essere troppo pedante in tal senso. Gli accadimenti che fan da motore, tipicamente noir; la costruzione di alcune sequenze che, tra scelte di inquadrature e musiche accentuate, sembrano voler far pensare al cinema americano classico -la Signoris che entra in banca per far verificare i soldi, l'introduzione del personaggio dell'ispettore-; l'andamento generale che oscilla tra commedia, grottesco, noir semiserio; per finire con l'improbabile horror splatter muto che gli sposi vedono in un cinema ed uno scambio di battute che tira addirittura in ballo i ''pomodori assassini'', protagonisti di un piccolo cult degli anni Ottanta. Anche se è difficile non constatare come i Broncoviz avessero più da dire (in altre parole, come facessero più ridere) nelle apparizioni televisive che non in questo lungometraggio. Che, a dispetto del titolo potenziale boomerang, non è certo sciatto e si lascia vedere, anzi al suo attivo vanno messe alcune trovate più surreali: Crozza che canta mettendo su un immaginario disco o il fantasma che comunica alla coppia, tramite lo scrittore, che cosa sta succedendo intorno a loro e che lui può vedere, ma loro non ancora. Ma gli manca qualcosa per diventare un potenziale cult. Forse era meglio prendersi ancora meno sul serio? Da segnalare nel cast, una simpatica Rossy De Palma e, in ruoli cameo, i comici Olcese e Margiotta (anch'essi provenienti da Avanzi).
Alessio Vacchi

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