domenica 20 gennaio 2008

Tra pagina e schermo. IO SONO LEGGENDA


riferimenti: Io sono leggenda (2007) di Francis Lawrence. Con Will Smith. Uscito in Italia l'11.1.2008.
L'ultimo uomo della Terra (1963) di Ubaldo Ragona. Con Vincent Price. Su dvd Ripley.
1975: occhi bianchi sul pianeta Terra (tit.or.: The omega man, 1971) di Boris Sagal. Con Charlton Heston. Su dvd Warner.


Io sono leggenda di Richard Matheson è uno dei moderni romanzi dell’orrore che hanno maggiormente contribuito all’evoluzione del genere. Almeno tre trasposizioni cinematografiche, senza contare la ben nota influenza che il libro ebbe su George Romero quando girò il celebre La notte dei morti viventi; come dire che il moderno cinema dei morti viventi deve la sua genesi al testo mathesoniano. Niente di strano quindi che la terza riduzione per il grande schermo (c'è anche un I am Omega uscito in home video, n.d.r.) risalga a tempi recenti, con la moda imperante dei remakes e ricicloni vari che a Hollywood sembra dettar legge. Quel che appare meno chiaro è perché regista e sceneggiatori si siano sforzati tanto di proclamare a gran voce l’ispirazione da Matheson, visto che del romanzo che dà il titolo al film nel copione non è rimasto quasi nulla.
Se L’ultimo uomo della Terra di Ragona si manteneva abbastanza fedele al testo ispiratore ( il finale era stato modificato, mantenendo però inalterato il messaggio letterario: in un mondo dove il vampirismo è dioventato la norma, il vero mostro è chi suo malgrado ha conservato la propria identità umana) e The Omega Man rileggeva la vicenda in chiave postatomica, conservando però il legame conflittuale fra il protagonista e il leader dei contagiati (suo vecchio amico prima che il virus lo trasformasse), questa nuova versione di Lawrence è figlia della nuova tendenza dgli zombie-movies del nuovo millennio: molta azione, uso smodato della computer graphica, effettacci (ma in questo caso di sangue ne scorre poco), suspense (ben dosata, ad onor del vero).
L’incipit mantiene una certa somiglianza col romanzo ( l’epidemia non ha origini ignote come nel libro di Matheson; si tratta del solito esperimento scientifico sfuggito di mano ai suoi creatori), ma la narrazione prende presto un’altra piega. Svanisce il distacco clinico del medico protagonista, che nel testo si aggrappa ai dati scientifici per trovare una cura al morbo e combattere la follia che a causa della prolungata solitudine rischia di mandare la sua mente in frantumi; i contagiati non sono vampiri da eliminare col classico paletto nel cuore (il romanzo forniva una spiegazione scientifica sull’esistenza di Dracula e dei suoi sanguinari compagni di merende) ma famelici e repellenti mostri deformi e antropofagi, guidati da un leader ferino assolutamente privato dell’intelletto (altra distinzione dal romanzo; lì i succhiasangue conservavano la capacità di intendere e di volere). Anche l’incontro con un’altra superstite (che nel romanzo si rivelava una contagiata in incognito, mandata dai vampiri a spiare il dottore) dà una svolta completamente diversa al racconto, che prende una piega messianica trasformando l’atletico Will Smith in martire per la salvezza dell’umanità. Perfino il titolo del film assume un significato diverso rispetto a quello conferitogli sulla pagina; se di fonti letterarie e cinematografiche bisogna parlare, è probabile che gli autori della sceneggiatura avessero in mente anche un piccolo classico della sf in celluloide come L’ultima odissea, di cui Io sono leggenda riprende il finale in maniera pressocchè identica.                        Corrado Artale


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