domenica 5 ottobre 2008

Incompresi. IL SEGRETO DEL GIAGUARO


Italia 2000. Su dvd 01.

A onor del vero prima di lui gli Articolo 31 avevano pubblicato Latin lover, brano in cui J.Ax e Space One si proponevano come seduttori tra lo sgamato e l'ironico buttandoci dentro un po' di cinefilia, Buzzanca compreso. Comunque: questo film con cui il simpatico rapper romano fa la sua “sfigata” toccata e fuga al cinema, è un'operazione che lascia perplessi. Perchè si tratta di una pellicola costruita intorno al personaggio di un suo brano, La mossa del giaguaro; non un film musicale (i pezzi commerciali dell'artista d'altronde sono pochi), ma una commediola. Alla regia l'attore Antonello Fassari, anche nel cast come barista. Introdotto da alcuni discorsi fatti al bar dagli amici -tra cui il rapper G Max- e da un eloquente primo piano delle mutande leopardate, il Giaguaro è “il” seduttore: agghindato in modo pesante e vistoso, le donne lo fermano per strada e lo vengono a trovare a casa, tiene un librone con tutte le firme delle conquiste, si atteggia e viene trattato da divo per questa sua misteriosa capacità. La sua filosofia è quella del godersi la vita senza lavorare (“La sera è fatta pe' ballà, il giorno pe' dormì” dice ad un amico). Ma cosa racconta il film? Seguiamo vicende relative ai conoscenti del Giaguaro. Due tizi che tentano la fortuna predicendo il futuro a pagamento col Mahjong, un aspirante rapper a cui capita un colpo di fortuna... Insomma, il primo problema è che il Piotta “non” è protagonista, se non nel titolo. Mereghetti parla di una “infilata di scenette”: il film ha un andamento episodico e non potendo contare su grande comicità o personaggi che vadano oltre la macchietta, tempo della fine e l'interesse scema. La presenza del rapper si fa più consistente nell'ultima parte. Qui entra in gioco Lando Buzzanca in un ruolo di contrappasso rispetto al suo consueto di maschio seduttore nei 70s: è un uomo impotente che non riuscendo più a soddisfare l'arzilla moglie, si affida al Giaguaro che gli organizza un rimedio svolgentesi tra le camere di un albergo.
Che ruolo ha la musica in tutto questo? Scarso: ad un certo punto il film pare prendere la piega di uno spaccato del mondo hip hop, con tanto di Kurtis Blow nel ruolo di sé stesso che si esibisce, ma il Piotta non ne pare far parte, canta La mossa del Giaguaro in un locale solo più avanti. Per il resto si sente Supercafone, un pezzo di Turi (sodale del vero Piotta) e il protagonista si esprime a volte in rima. Che ruolo ha il cinema? Il brano di riferimento cita Montagnani, Giovannona Coscialunga ecc., il film propone il recupero di Buzzanca, un paio di momenti action semiseri, il ricordo del Tomas Milian cinesizzato di Delitto al ristorante cinese e un paio di altre tracce. Si ride? Mah. Ci sono un paio di momenti talmente scemi che funzionano: una sortita del tutto estemporanea del rapper che esce da una stanza e fa l'elogio della mamma e i titoli di coda con la sua voce che consiglia mete culinarie in giro per l'Italia. Ma attenzione: non è un'operazione spudoratamente trash di recupero di “umori” della commedia sexy nostrana e non c'è un nudo che sia uno. Alla fine della fiera si tratta di una curiosità poco riuscita, consigliabile più che altro ai fan dell'artista romano.
Una possibile notazione riguardo i luoghi: c'è un pizzico di elogio della città eterna (con giro notturno in motoretta turistico) e andando più nel ristretto, la presenza del baretto coi suoi occupanti regolari (Eccezzziunale...veramente, Al bar dello sport) e dell'albergo (tipico di tante pochade sexy con scambi di camere). All'attivo va messo il recupero di Gianni Ciardo, comico barese che qui, nella piccola parte di un malavitoso a fianco di Ugo Conti, risulta decisamente migliore rispetto ai ruoli degli anni 80: viene quasi voglia di vedere un piccolo noir con loro.
Alessio Vacchi

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